Su
una collina di Riparbella, vicino al paese di Montescudaio, troviamo, immersa
in un anfiteatro naturale, la
Cantina
Caiarossa, un’imponente struttura “rossa”, in un ecosistema
praticamente intatto che comprende circa 70 ettari. Si può pensare che il nome derivi
dalla scelta del colore dei muri esterni dell’Azienda, ma in realtà Caiarossa
vuol dire “ghiaia rossa”,
dal colore dei sassi e dei ciottoli ferrosi presenti nel sottosuolo.
Intorno alla Cantina sono disposti a ventaglio i 31 ettari vitati; le varietà
scelte sono: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah,
Alicante, Petit Verdot e Mourvedre, per quanto riguarda quelli a bacca rossa;
Viognier, Chardonnay e Petit Manseng, per quelli a bacca bianca.
Ma
qual è la storia di questa Cantina nota per i sui grandi vini?
Lo
chiediamo a Dominique Gènot, enologo dell’Azienda, che ci racconta come tutto
iniziò nel lontano 1998 quando il belga Jan Theys, che ben conosceva il
territorio, scelse questo habitat fuori dal tempo.
I
terreni erano e sono completamente liberi da altri vicini vignaioli, era quindi
possibile creare un terroir senza rischi di un eventuale “inquinamento”, grazie
anche alla presenza del bosco tutt’intorno. Fin dall’inizio, quindi, l’idea è
stata quella di creare un’azienda biodinamica e geo-biologica.
Nel
1999 si è iniziato a impiantare i primi 12 ettari di vigna con una grande
variabilità in termini di vitigni, per seguire la tipologia dei terreni che risultano
essere molto variegati: per ogni terroir si è scelto il cultivar più adatto.
Per
la costruzione della Cantina si sono seguite le regole del Feng Shui e della
geodinamica per una miglior gestione dei campi elettromagnetici. I lavori sono
terminati nel 2002 anno in cui è stata effettuata anche la prima vendemmia.
Nel
2004 Theys decise di vendere la proprietà ed è a questo punto che gli succede
Eric Albada Jelgersma, imprenditore
olandese, che dedica larga parte della sua attività al vino e possiede anche
Château Giscours e Château du Tertre in Francia, due Grand Crus Classé in
Margaux (Bordeaux).
La
scelta di questa parte della Toscana fu dettata da “un coupe de coeur”. Colpito dalla natura, selvaggia e lussureggiante,
influenzata dalla vicinanza del mare, intravide subito le potenzialità della
zona per la produzione di un vino di qualità. Non guastò l’aver assaggiato le
annate 2002 e 2003 e dal parere favorevole della sua squadra tecnica.
Recentemente
si è deciso di ampliare i terreni vitati: 4 ettari nel 2008 e 15 tra il 2012 e
2013.
In
vigna la filosofia di lavoro è quella rigorosa e affascinante dell’agricoltura
biodinamica; il rispetto per la terra porta a usare bassi dosaggi di rame e
di zolfo con infusioni di ortica, salice,
camomilla ed equisethum; il terreno è concimato con il solo utilizzo del
compost e i ferormoni sono usati contro i parassiti.
Come
la biodinamica è stata scelta per le vigne così l’architettura geo-biologica e
la disciplina orientale del feng shui
sono state d’ispirazione per la costruzione della Cantina.
L’architetto
Michaël Bolle ha definito forme, colori, luci, materiali e orientamento; per
decidere l’ubicazione precisa sono state lasciate libere delle mucche per
vedere dove andavano a riposare e lì fu costruita la cantina con orientamento
Nord-Sud. Interessante anche la “forma” che è quella di un grande rettangolo;
le finestre sono posizionate sui lati Est ed Ovest ottenendo così una grande
luminosità naturale e questa scelta fa si che, durante le ore più calde della
giornata, il sole batta sui muri privi di finestre, che corrispondono ai lati
corti della struttura.
Legno,
cemento e acciaio, materiali “naturali”,
i soli utilizzati per la realizzazione dell’Azienda; si è sfruttata anche la
naturale pendenza del terreno e, utilizzando un ciclo “per caduta”, si è più rispettosi della materia prima, garantendo
un’alta qualità del vino prodotto.
Entrando
nella barricaia si notano, sul pavimento, delle insolite buche rettangolari
molto profonde, riempite con rocce e fili di rame i quali fungono da prese di
terra per scaricare i negativi campi elettromagnetici. Inoltre, queste aperture
nelle fondamenta servono per garantire una buona umidità e uno scambio d’aria.
Per
Eric Albada Jelgersma il vino è il risultato dell’armonia tra terra, vite e uomo e deve
racchiudere in sé qualità e semplicità. Per garantire questa integrità l’affinamento
in legno viene gestito separatamente per ogni varietà e solo dopo si procede
all’assemblaggio.
I
vini prodotti sono:
Caiarossa
bianco 2012, Viognier e Chardonnay; nel bicchiere si presenta di un bel
colore giallo dorato, affinato in barrique per circa 12 mesi; al naso è
intenso, prevalgono note dolci, pesca, fiori di acacia e tiglio e qualche nota
di pompelmo rosa; in bocca è avvolgente ricco di glicerina con un’ottima
persistenza;
Pergolaia
2008, Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc; un
bouquet accattivante e ampio, si percepiscono note fruttate, di sottobosco,
minerali e speziate, l’entrata conquista tanto quanto la sua persistenza; la
morbidezza è equilibrata da una bella acidità;
Pergolaia
2009, Sangiovese al 90% e il resto tra Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet
Franc; il varietale del Sangiovese spicca al naso con i suoi sentori fruttati,
floreali, con un tocco di pineta e di vegetale dato dai vitigni internazionali.
In bocca è cupo con un finale ammandorlato;
Caiarossa
2007, un blend dei vari vitigni a bacca rossa; un vino che rispecchia
l’annata, le sfumature vegetali, dei vitigni internazionali, fanno capolino tra
note fruttate e di evoluzione;
Caiarossa
2009, 16 mesi in barrique e botte da 500 l, stabilizzato per 8 mesi in
vasca di cemento prima di essere imbottigliato; un bouquet ampio che va dalle
classiche note di frutta a bacca rossa, di cedro e di macchia mediterranea come
anice, finocchio e timo. Bella la trama tannica che fa intravedere un vino sapido
e di spessore, seppur ancora giovane;
Oro
di Caiarossa 2009, una vendemmia tardiva di Petit Manseng, affinato per
circa 10 mesi tra barrique e tonneau. Nel bicchiere si presenta color oro
antico con una bella luminosità, al naso si percepiscono un mix di frutta
disidratata, pesca, albicocca, datteri, vaniglia e crema pasticcera. Il gusto è
avvolgente, morbido, ma con una bella spalla acida, piacevole e versatile, può
essere, infatti, abbinato sia a formaggi stagionati o erborinati sia a
preparazioni dolci.
Prossimamente,
ci svela Dominique Gènot, verranno eseguiti i lavori per un ampliamento interno
della cantina per poter vinificare comodamente gli ultimi ettari di vigna
impiantati; questo vorrà dire solo una riorganizzazione senza andar a toccare
la struttura esterna.
Ricordiamo
che tutti i vini di Caiarossa sono IGT; la decisione di uscire dal Consorzio della
DOC Montescudaio risale a circa 2 anni fa, ma non per questo viene meno la volontà
di far gruppo con le altre aziende aderenti al Consorzio.