15 settembre 2013

PODERE IL CASTELLACCIO PRESENTA: VALÉNTE


PODERE IL CASTELLACCIO PRESENTA: VALÉNTE

Podere il Castellaccio, situato in Località Segalari, fu acquistato intorno agli Anni Cinquanta da Luigi Corradini e Lia Bartalini spinti dall’amore per la natura. La responsabilità della Tenuta è passata di mano in mano, prima al figlio e ora al nipote, Alessandro Scappini; oggi si estende per più di quindici ettari, suddivisi in vigneti, oliveti, bosco e una piccola parte dedicata all’allevamento dei cavalli. Da sempre l’azienda cerca di coniugare le vecchie tradizioni, come la raccolta e la potatura effettuate rigorosamente a mano, con la modernità delle nuove tecnologie di frangitura e di vinificazione.
Inizialmente la produzione comprendeva solo olio extra vergine di oliva, ma dal 2010 ha rivolto il suo interesse anche al mondo del vino. La tenuta è circondata da un vigneto costituito da viti con un’età media di circa quarant’anni; l’idea del proprietario è cercare di recuperare alcuni degli antichi cloni bolgheresi e toscani, risalenti ai primi del novecento, ormai quasi del tutto scomparsi dal panorama viticolo locale a favore dei più diffusi vitigni bordolesi (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot). Questo patrimonio vitivinifero rappresenta la tangibile testimonianza di una tradizione tramandata nel tempo. Le uve, coltivate solo con metodi naturali, sono seguite con cura meticolosa durante tutte le fasi vegetative, con particolare attenzione al periodo di maturazione; esse, in seguito, vengono vinificate nella cantina aziendale con l’uso di lieviti autoctoni. Storia, tradizione e natura di un “terroir” unico si racchiudono nei valori del Podere il Castellaccio. Il primo vino prodotto è stato “Dinostro un Sangiovese in purezza, affinato 12 mesi in barrique di primo e secondo passaggio; la produzione è di sole 6.000 bottiglie. Un prodotto schietto e sincero che richiama il vino di una volta; un vino del passato dove il Sangiovese esprime un fruttato elegante e discreto con una buona freschezza e un tannino gentile. Il Sangiovese, in questa zona, divide i produttori: a favore e contro, ma perché? Questo vitigno ha bisogno di continue cure, un ettaro vitato a Sangiovese richiede, infatti, il doppio del tempo rispetto ad uno vitato a Cabernet o Merlot. Inoltre, il Professor Attilio Scienza, intorno agli Anni Novanta esegue una zonazione sul territorio e si arriva alla conclusione che i vitigni bordolesi danno i migliori risultati, come dimostrato dal Marchese Incisa della Rocchetta con il suo Sassicaia. Alessandro, nonostante tutto, crede nel Sangiovese, come prima di lui Michele Satta, con il suo Cavaliere. Il Sangiovese utilizzato è un “Sangiovese grosso”, lo stesso clone del Brunello di Montalcino.
Visto i risultati incoraggianti, Alessandro, nel 2013, presenta il suo secondo vino “Valénte”. Un prodotto nuovo un po’ in contrasto con le tendenze del territorio, ma rivolto alla riscoperta delle tradizioni. Valénte è un blend composto al 70% da Sangiovese e il 30% rimanente suddiviso tra Ciliegiolo, Foglia Tonda e Pugnitello. Questa volta il “Principe” dei vitigni toscani viene affiancato da 3 vitigni minori, ma sempre della tradizione. Il Ciliegiolo, da sempre usato in uvaggio con il Sangiovese, regala tenore alcolico e un fresco sentore di ciliegia. Il Pugnitello conferisce, in uvaggio, particolari caratteristiche adatte per l’invecchiamento. Il Foglia Tonda, invece, regala note di violette, piccoli frutti, prugne secche e confettura, e un’elevata tannicità.
L’affinamento avviene in Tonneaux per 12 mesi e successivamente riposa in bottiglia per altrettanti mesi. Colore rosso rubino profondo e luminoso. Al naso predominano note eleganti di spezie accanto a richiami di visciole e piccoli frutti a bacca nera, note balsamiche, vaniglia e sentori resinati della pineta mediterranea; la più classica espressione di un vino autoctono toscano. In bocca la trama tannica è fitta ed elegante ancora in evoluzione verso morbide sensazioni vellutate.
Concludendo Valénte è un vino che deve ancora affrontare il giudizio del pubblico, ma sicuramente la stoffa non gli manca e per farlo risaltare basterà metterlo in abbinamento con prodotti del territorio, dai formaggi ai salumi, dai primi piatti a base di sughi di carne alla classica rosticciana.



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