Pagani de Marchi, DOC Montescudaio,
all’ombra di Casale Marittimo
La DOC Montescudaio è un territorio vocato alla
viticoltura fin dal tempo degli Etruschi. Quattordici le aziende sparse in un
paesaggio influenzato dal mare e dalle sue brezze. Una storia millenaria
rappresentata sul "cinerario di Montescudaio" (VII sec. a.C.) che
raffigura un banchetto funebre con un grande vaso "cratere" nel quale
veniva mescolato il vino con l’acqua, secondo l'uso greco.
Tra le varie aziende
troviamo Pagani de Marchi nata nel 1996,
sulle colline che circondano il paese di Casale Marittimo (provincia di Pisa), nella
Località La Nocera. Qui, nel 1980,
fu riportata alla luce una necropoli etrusca. Le tombe, contornate da cipressi,
custodiscono la storia dell’antica famiglia etrusca denominata Principi
Guerrieri, che viveva nei pressi della necropoli, in Località Casalvecchio. Nel
corredo funerario importante è stato il ritrovamento di un “set” per la
degustazione del vino, unico nel suo genere. La piccola anatra, usata come
decoro di alcuni pezzi del corredo, è divenuta simbolo dell’Azienda.
La proprietaria Pia Pagani de Marchi, di origini svizzere, innamoratasi del territorio, ricco di storia e tradizioni, decise di produrre vino, avvalendosi dei consigli di Michele Satta, importante viticultore della DOC Bolgheri.
L’Azienda comprende circa
6 ettari vitati che fanno da corona alla casa padronale; i terreni sono molto
variegati e vanno dalle argille sedimentarie del Pliocene, che ricordano quelle
blu-grigiastre della zona del Pomerol, al bianco calcare, povero d’azoto e
sostanza organica, ma ricco di potassio, magnesio e calcio.
I vitigni coltivati sono:
Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Vermentino che danno vita a cinque
vini rossi e un bianco. La filosofia aziendale ha sposato in primis la volontà
di fare tre rossi in purezza:
Casa Nocera, 100% Merlot, IGT
Toscana, le uve sono raccolte dal vigneto “Casa Nocera” da cui prende il nome;
il 2010, l’annata in commercio, si presenta con un color rosso cupo, al naso
spicca il varietale del vitigno che si esprime con sfumature vegetali, in bocca
è avvolgente con un titolo alcolometrico volumico importante. Il vino affina in
barrique (nuove per il 50%) per circa 18 mesi.
Casalvecchio, 100% Cabernet Sauvignon,
IGT Toscana; nel bicchiere si presenta con un rosso rubino con riflessi
granati, all’esame olfattivo spiccano le note di pepe, piccoli frutti di sotto
bosco, tabacco e cacao. Buona la corrispondenza gusto olfattiva con una bella
freschezza che lo rende di facile beva; anche questo vino affina in barrique
(nuove per il 50%) per circa 18 mesi.
Principe Guerriero, DOC Montescudaio, 100%
Sangiovese, il vitigno “principe”
della Toscana, su cui l’azienda ha puntato sin dalla prima vendemmia del 2001.
All’esame olfattivo spiccano fragola in confettura, piccoli frutti a bacca nera
e note di macchia mediterranea, con dei tocchi balsamici, il tannino è ben
presente e in evoluzione, in bocca è avvolgente e persistente. Il vino fa un
passaggio di 12 mesi in barrique nuove per 20-30%.
Olmata, Sangiovese 20%, Cabernet
Sauvignon 40% e Merlot 40%, IGT Toscana; un blend che vuole racchiudere in se
la vocazione vinicola del territorio di Casale Marittimo. Un vino con delicati
sentori vegetali su un sottofondo fruttato e minerale; fa un breve passaggio in
legno per 12 mesi in botti di 2° e 3° passaggio, lo possiamo definire un Jolly per la sua duttilità
nell’adattarsi alle diverse occasioni.
Montaleo, nato nel 2003, DOC
Montescudaio, prende il nome da una collina della zona, Sangiovese 70%,
Cabernet Sauvignon 15% e Merlot 15%; un prodotto semplice e diretto, dove il
varietale dei tre vitigni viene mantenuto integro grazie al solo uso
dell’acciaio, dà il suo meglio abbinato ai piatti della tradizione contadina
locale.
Blumea, 90% Vermentino e 10% Sauvignon Blanc, IGT
Toscana, un prodotto semplice da aperitivo e che accompagna splendidamente
piatti a base di pesce.
L’Azienda dal 2009 ha
iniziato il processo di conversione dei vigneti verso l’agricoltura biologica
coadiuvata dalla stazione sperimentale per la viticoltura sostenibile del dott.
Ruggero Mazzilli. Le concimazioni sono, quindi, ridotte e si limitano
all’apporto di sostanza organica. Non si fa diserbo chimico e non si usano
molecole di sintesi nei trattamenti antiparassitari.
Quindi se ci si trova a
passare da queste parti una visita non può mancare a questa piccola azienda
ricca di storia etrusca, magari dopo una passeggiata nel suggestivo paesino di
Casale Marittimo.
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