19 ottobre 2013

TENUTA PALMERI


TENUTA PALMERI: ELEGANZA E POTENZA




Avola, Siracusa nella calda e assolata Sicilia; una Tenuta circondata da vigneti convertiti in biologico, leguminose tra i filari e grande cura della vite sono le linee guida della produzione di “Tenuta Palmeri”.
Dieci ettari vitati a Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot, Nero d’Avola e Ancelotta, per quando riguarda i vitigni a bacca rossa; Chardonnay, Grillo e Moscato di Noto, per quelli a bacca bianca. L’allevamento ad alberello, tipico di questa regione, e quello a spalliera sono stati scelti per queste vigne “cullate” dalle brezze marine e “protette” dai monti circostanti.
Sono stata contattata a ottobre dall’amministratore per assaggiare la loro produzione: due rossi e un bianco. Non sapevo molto né dell’azienda né del blend usato per la realizzazione di questi vini, quindi, la degustazione che mi sono ritrovata a fare, è stata veramente alla cieca. Inizialmente ho assaggiato il Palmeri bianco 2009; un vino dal color giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso il bouquet è intenso, intrigante e abbastanza complesso; si sprigionano note di frutta gialla e tropicale, con prevalenza di pesca e melone, con un sottofondo di erba appena tagliata. Solo al secondo naso, la nota marcante del moscato, vitigno aromatico, viene fuori regalandoci sentori di salvia sclarea. In bocca si presenta morbido e avvolgente; l’entrata è bella, piacevole è la sensazione glicerica in bocca. Il finale non è lunghissimo e chiude con un retrogusto leggermente ammandorlato. Il residuo zuccherino è evidente, quasi abboccato. Grazie alle sue caratteristiche il prodotto trova l’approvazione di un largo pubblico sia femminile, per le note dolci, sia maschile per la sua particolarità.
Due i vini rossi in gamma: Palmieri Blu 2010 si presenta con un rosso rubino cupo e una bella massa colorante, quasi ink. Il bouquet evidenzia sentori di composta di mirtilli e more, note di sottobosco, profumi terziari in evoluzione. E’ un’alternanza di note vegetali, pietra focaia, note speziate e pepate. Al secondo naso si evidenziano sentori di resina e note balsamiche. L’alcol è un po’ prepotente all’inizio, ma si può anche concedere qualche “difetto” di gioventù. L’entrata è avvolgente, morbida e stupisce per la freschezza. Il tannino non è ancora ben integrato, ma essendo giovane, gli diamo ancora qualche anno per ingentilirsi. Il retrogusto è ammandorlato e ha una media persistenza.
Palmeri Rosso 2009, vino di punta dell’Azienda, si presenta di un rosso rubino cupo con sfumature granate. Un vino consistente; lacrime e archetti quasi a fatica si staccano dal bicchiere. Al naso risulta intenso e complesso; un bouquet sicuramente intrigante, etereo, vanigliato e fruttato; si evidenziano sfumature di mirtillo, cassis, resine, spezie dolci, ciliegie sotto spirito, menta e pino marittimo. All’inizio un po’ chiuso, si apre poi mettendo in mostra  tutte le sue potenzialità. L’entrata è suadente ed elegante. La glicerina avvolge delicatamente la bocca quasi a proteggere le papille gustative dall’importante titolo alcolometrico volumico; un alcol perfettamente integrato, non così evidente come all’aspetto olfattivo. Il tannino presente è morbido ed elegante; la persistenza gusto-olfattiva è incredibile, sembra non voler finire mai.
Entrambi i vini rossi stupiscono per la loro freschezza, l’acidità presente aiuta a dare “leggerezza” ai prodotti. Vini siciliani che rispecchiano il territorio, ma con un tocco di internazionalità la quale gli permette di farsi notare in tutte le occasioni. 

Nessun commento:

Posta un commento