L'angolo del gusto non chiude, ma si trasferisce al link sottostante.....
24 luglio 2015
9 luglio 2015
ASSOVINI SICILIA A EXPO: A LUGLIO ALTRE QUATTRO
Degustazioni dedicate al Top della Sicilia
Il 12 luglio riprendono i wine-tasting
organizzati nel padiglione “Vino - A taste of Italy”. Gli incontri proseguiranno per tutta
l’estate e si concluderanno a ottobre
Quattro nuovi
appuntamenti a luglio con il vino siciliano d'eccellenza, nella cornice di
Expo. Prosegue infatti il ciclo di degustazioni, che proseguirà fino al 20 ottobre, organizzato nel
padiglione “Vino – A Taste of Italy” da Veronafiere e dall'Assessorato Regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea,
in collaborazione con Assovini
Sicilia, realtà quest’ultima che racchiude 73 delle migliori cantine
isolane. “Vini di Sicilia” è il titolo della serie di incontri che permetterà
al grande pubblico dell'esposizione universale e agli appassionati di scoprire
le mille sfaccettature del vino siciliano dalla costa ovest a quella est.
Appuntamento sempre dalle 16:30 alle 18:30.
Si parte domenica 12 luglio, con i wine-tasting interamente dedicati alle etichette più rappresentative delle aziende associate ad Assovini. Prima cantina in campo sarà Feudo Arancio con sei vini: Nero d’Avola Doc Sicilia 2013, Grillo DOC Sicilia 2014, Nero d’Avola Stemmari DOC Sicilia 2013, Dalila IGT Terre Siciliane 2013, Cantodoro IGT Terre Siciliane 2012 ed Hekate IGT Terre Siciliane 2012. Martedì 14 luglio, a fare da protagoniste saranno altre tre cantine associate. Valle dell’Acate porterà i suoi Zagra - Grillo DOC Sicilia 2014 e il Frappato DOC Vittoria 2014. Baglio del Cristo di Campobello sarà invece presente con Lusirà Syrah IGP Sicilia 2011 e Adènzia Bianco Doc Sicilia 2014, mentre Palmento Santo Spirito metterà in degustazione Nero di Sei 2011 e Bianco di Sei 2012. Si prosegue domenica 22 luglio: sarà la volta di Baglio di Pianetto con il suo Ra’is Moscato di Noto IGT Sicilia 2011, di Grottarossa Vini con il Nero d’Avola IGP Terre Siciliane 2014 e di Feudo Principi di Butera che porterà quattro delle sue migliori etichette. Per l'ultimo appuntamento del mese di luglio, quello di martedì 28, è in programma una degustazione dedicata a sei vini dell’azienda Cusumano: Sàgana Sicilia DOC 2012, Noà Sicilia DOC 2012, Jalè Sicilia DOC 2012, Shamaris IGT 2014, Alta Mora Etna Bianco DOC 2014 e Alta Mora Etna Rosso DOC 2013.
7 luglio 2015
Il post convegno "A mosaic of wines: passato, presente e futuro dei vini Siciliani "
Ambiente, Turismo e Social: il Futuro del vino Siciliano
Durante il convegno organizzato a Expo da
Assovini Sicilia e Consorzio Sicilia Doc è stata tracciata la ricetta del successo: studiare i mercati
internazionali per adottare la strategia più efficace, produrre in modo
sostenibile, valorizzare la ricerca e la comunicazione sui new media
Un’attenzione
verso l’ambiente e la produzione biologica che rappresenta un caso unico a
livello nazionale. Un appeal in costante aumento sui mercati di Germania, Giappone
e Usa, grazie a un territorio che come pochi altri sa raccontare al consumatore
la passione dei viticoltori e la loro storia, puntando sull’enorme attrattività
turistica della Sicilia. Una realtà con un passato secolare che oggi raggiunge
e incuriosisce anche i giovani stranieri, grazie ai social network e ai new
media.
Sono
queste, in sintesi, le certezze di oggi e le sfide di domani per il vino
siciliano che sono state tracciate il 5 luglio a Expo nel corso del convegno internazionale “A mosaic of wines: past, present and future”, organizzato dalla Regione Sicilia, in collaborazione con
gli Assessorati all’Agricoltura e alle Attività
produttive, con il Consorzio Sicilia Doc e Assovini Sicilia.
In
platea, accanto a produttori, giornalisti e rappresentanti del trade, anche una delegazione di operatori cinesi, tra cui il
vicepresidente dell’associazione per il commercio di vini e liquori, e una di
giornalisti americani. Temi principali, la ricerca
scientifica, la sostenibilità
ambientale, l’evoluzione dei mercati
e le nuove strategie di comunicazione.
La
prima sessione ha evidenziato il ruolo strategico della ricerca per la
crescita del Sistema Vino Sicilia. L’intervento del prof. Rosario Di Lorenzo
della facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, ha
delineato l’importanza dell’identità territoriale anche attraverso il recupero
di antichi vitigni, mentre il dr. Daniele Oliva dell’Istituto
Regionale Vini e Oli di Sicilia, ha relazionato sul ruolo fondamentale dei
lieviti durante la fase di vinificazione. Ricerche e studi che, ormai da
diversi anni, coinvolgono i diversi attori regionali tra i vari istituti di
ricerca, assessorato e produttori, creando una perfetta sinergia.
Ad aprire la seconda sessione, Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela dei vini doc
Sicilia e ad di Donnafugata, che ha tracciato un excursus sulla storia
millenaria dell’enologia siciliana, per arrivare alla denominazione unica, nata con l’obiettivo di offrire uno strumento
in più alle aziende per presentarsi all’estero con un brand unico e rendere più
riconoscibile l’enologia regionale.
«Stiamo mangiando il pianeta» è invece l’espressione forte con cui Alberto Tasca, dell’azienda Conte Tasca
d’Almerita e consigliere di Assovini Sicilia, ha aperto la propria relazione
incentrata sul tema dell’ecosostenibilità. Ha però specificato come l’emergenza
ambientale che oggi il mondo produttivo sta affrontando possa diventare un’opportunità,
a patto che venga utilizzato un approccio multidisciplinare. «La Sicilia - ha illustrato - è
la regione più avanzata nel percorso verso l’agricoltura in armonia con
l’ambiente: qui la viticoltura biologica
rappresenta il 38% di quella nazionale e il 23% dell’energia elettrica utilizzata proviene da fonti rinnovabili». Un percorso iniziato
da tempo in Sicilia, dove 7 anni fa è nato SOStain,
il primo programma per le cantine teso a promuovere un modello sostenibile e
trasparente, basato su parametri oggettivi.
Mercato internazionale: Giappone, Germania e Usa a confronto
Al
brand unico e alla produzione sempre più ecosostenibile, va unita una strategia
di vendita “su misura”, basata sulla conoscenza approfondita dei Paesi che si
vogliono approcciare. È quanto evidenziato dai tre opinion leader Isao Miyajima, Christian
Eder e Leonardo Lo Cascio.
«In Giappone - ha spiegato Miyajima - il mercato del vino made in Italy non è cresciuto molto negli ultimi anni
perché spesso i produttori si sono limitati a saturare i ristoranti italiani invece di inaugurare nuove strade
per la promozione. Non è il vino francese il principale competitor di quello italiano ma lo sono la birra e il sakè. La sfida - ha
concluso - è rendere il vino parte del consumo quotidiano, mentre oggi è
relegato a celebrazioni e occasioni formali. Per farlo, è fondamentale puntare anche
sull’appeal turistico del territorio
e in questo la Sicilia ha ottime
potenzialità».
Le
dinamiche dei mercati di lingua tedesca - Germania,
Svizzera e Austria – sono state illustrate dal giornalista austriaco Christian Eder della rivista Vinum. «Il 40%
del vino estero consumato in Germania è
italiano ma il 48% è ancora venduto nella catena dei discount e la media
del prezzo a litro è di 2,8 euro» ha esordito. «Tuttavia c’è un grande interesse per le produzioni regionali e biologiche, eccellenza della Sicilia, per cui
il consumatore è disposto a pagare di più». In Austria il vino italiano,
quasi esclusivamente rosso, è venduto per il 70% nel canale horeca. Il 70% dei
bianchi è di produzione nazionale mentre il 30% è importato. «Anche in questo caso – ha concluso - un
ruolo importante è giocato dall’amore
che i consumatori austriaci provano nei
confronti della Sicilia come destinazione turistica».
Secondo Leonardo Lo Cascio, fondatore di
Winebow, uno dei più importanti importatori americani, il mercato a stelle e
strisce presenta ancora grandi potenzialità con i suoi 300 milioni di abitanti,
nonostante la sua complessità. «Essendo
una realtà composta da 50 Stati con 50 leggi diverse – ha illustrato - la catena della distribuzione ha regole molto
rigide, che portano il prodotto finale a costare quattro volte il prezzo
originale». Inoltre, i distributori
ricoprono una posizione di importanza
primaria: dai 7.000 del 1990 sono passati a 700 nel 2015 e cinque di questi controllano il 50% del
mercato. «Il vino siciliano - ha concluso - ha possibilità di crescita elevate a patto che si investa nella conoscenza del mercato e nella costruzione di un dialogo con il
distributore».
È poi stato
affrontato il rapporto tra nuovi media e mondo del vino. «È necessaria una comunicazione
efficace, capace di raggiungere i target in modo originale» secondo Virginia Devlin dell’agenzia
americana Current, responsabile della campagna di comunicazione USA della Doc
Sicilia. «Gli americani bevono più vino degli
italiani. Il 54% tra i consumatori americani conosce la Sicilia, ma solamente il 9% sceglie i vini siciliani»,
ha proseguito.
L’obiettivo,
secondo Devlin, sono i cosiddetti Millennials:
una nuova generazione di giovani, multietnici, liberali e molto social, che vivono la vita in presa
diretta e vogliono provare esperienze nuove. «Sono attratti dalle novità e, in questo caso, cercano vini autentici e meno pretenziosi – ha illustrato - . L’85% di loro, infatti, acquista etichette poco
conosciute. Per raggiungerli - ha concluso
la relatrice - bisogna utilizzare in modo accorto i social media, in particolare Facebook, ma anche un mix di media
extra-settore come le testate di lifestyle e i quotidiani».
A tirare le somme
dell’incontro, l’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Sara Barresi: «Ogni mercato rappresenta una realtà diversa, che va studiata e
analizzata – ha commentato. - Abbiamo già le caratteristiche vincenti per
conquistarne alcuni, come la Germania, ma la vera sfida sarà avvicinare al mondo del vino i giovani, che oggi consumano
soprattutto superalcolici e birra.
La Sicilia ha tutte le potenzialità per raggiungere questi obiettivi, ora è necessario
individuare la strategia adatta per ciascun mercato utilizzando tutti i mezzi a
disposizione: dalla ricerca scientifica
alla promozione. In questo, la Regione continuerà a essere al fianco del
mondo produttivo».
5 luglio 2015
Due Serate di Gala per Le Donne del Vino della Lombardia
Un Fuori Expo con
degustazione al Devero Hotel
Con il 2 di
Luglio si sono concluse le due Serate di Gala delle Donne del Vino della
Lombardia, entrambe hanno riscosso un grande successo. Gli “onori di casa” sono
stati fatti da Giovanna
Prandini, produttrice e Delegata Regione Lombardia LE DONNE DEL VINO. Tra i presenti
molti i giornalisti, tra i quali Franco Ziliani, e appartenenti all’Associazione
Italiana Sommelier come il Presidente Nazionale Antonello Maietta, il
Presidente Lombardia Fiorenzo Detti, la delegata di Bergamo Roberta Agnelli e
la delegata di Sondrio Elia Bolandrini. Tanti, troppi i nomi da ricordare…ma i
protagonisti, come sempre, sono stati i vini, i buoni vini presentati dagli
stessi produttori provenienti dal Nord al Sud dell’Italia.
Un’occasione
per parlare con l’altra metà del cielo che tinge la volta celeste di tutte le
sfumature del rosa, compreso il rosso; rosso come la passione che queste donne
mettono nella realizzazione dei loro prodotti. Donne innovative, che non hanno
paura di andare tra i filari delle vigne per occuparsi di queste in prima
persona.
Tanti i
produttori presenti, ma diamo la precedenza ai vini cooprotagonisti della
serata insieme ai loro creatori:
Fortulla
rosè sia in
versione ferma che spumantizzata, ottenuti da un blend di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon dell’Azienda Agrilandia di
Castiglioncello in provincia di Livorno. Degna di nota la versione spumante,
ultimo uscito, che regala profumi con un nerbo vigoroso che rispecchia la zona
d’origine.
Verdicchio dei Castelli di Jesi, minerale e sapido, Rosso
Piceno, verticale nella sua coerenza, e l’intrigante Vino di Visciola dell’Azienda
Ceci Enrico.
La Santissima Franciacorta Brut Millesimato e La Santissima Franciacorta Brut
Satèn dell’omonima Azienda Castello di Gussago La Santissima, prodotti
eleganti e sofisticati che rispecchiano la personalità della produttrice.
Monfort
Rosé Trento Doc Brut dell'azienda Cantine Monfort situata a Lavis, gradevole borgo a nord di
Trento; un naso agrumato con una bella persistenza anche in bocca dove si
ritrovano queste note citriche.
Brut
Rosé “La Rocchetta” Metodo Classico, della Società Agricola La Rocchetta,
ottenuto da uve Merlot in purezza, si presenta con un color ramato, il bouquet
va dalla frutta di bosco matura alla ciliegia, coerentissimo anche in bocca
dove ritroviamo quasi il gusto della melagrana.
Spumante Mucci un blend di Falanghina e Pecorino Extra
Dry, dell’Azienda Mucci, dalla buona
sapidità e una piacevolissima sensazione di agrume resa ancora più piacevole
dal residuo zuccherino della tipologia.
Magot magia di
Pinot, di Castello di Luzzano 100% Pinot nero, un metodo Charmat che fa esaltare
le note fruttate del vitigno virando poi su un’inaspettata ma gradevolissima
sensazione di mela verde.
Trebbiano di Lugana, dell’Azienda
Sansonina, un bianco ben strutturato
dove si ritrova la nota minerale e sapida data dal territorio, ma senza tralasciare
le sensazioni di frutta a polpa gialla.
Madonna della Scoperta, Trebbiano di Lugana
Superiore, un bouquet che ci regala note di vaniglia, frutta a polpa gialla e un
tocco di mineralità e sapidità, impronta tipica del terreno; Drajibo un
uvaggio di Riesling, Trebbiano di Lugana e Incrocio Manzoni, un
prodotto dolce, con una buona freschezza; il bouquet è tutto improntato
sui frutti tropicali, miele e albicocche disidratate, tutte note che ritroviamo
all’esame gusto olfattivo. Entrambi i prodotti sono dell’Azienda Perla del Garda, che ha fatto
del Turbiana il suo portabandiera.
Castello di Grumello prodotto con uve Merlot e Cabernet
Sauvignon, il naso è delineato da delicate note di vaniglia e frutti di bosco,
in bocca è morbido e speziato, elegante come la produttrice Cristina
Kettlitz dell’azienda Castello di
Grumello.
Donna
Marta Rosso un taglio bordolese ottenuto da Merlot e Cabernet
Sauvignon, al naso spiccano i piccoli frutti a bacca nera seguiti da note
balsamiche, speziate e di macchia mediterranea; avvolgente in bocca con tannini
rotondi. Presentato direttamente da Marta Mondonico dell’azienda Tenuta le Mojole.
Cristina
Kettlitz e Marta Mondonico possono, a ragione, essere definite le due Signore della Valcalepio che si identificano
nei loro vini che realizzano con tenacia e passione.
Se si parla di “Signore del vino lombarde” come non nominare la Signora
del Groppello: Eleonora
Zuliani, dell’Azienda Zuliani Emilio,
che ci presenta orgogliosa il suo Chiaretto ottenuto da Groppello gentile, Marzemino, Barbera e Sangiovese,
delicatissimo e piacevolissimo con sentori di watermelon e pesca bianca, bella la componente glicerica
sostenuta da una buona spalla acida.
Biancamano, un Erbaluce
delle Cantine Briamara, le uve sono sottoposte a criomacerazione, si sprigionano così profumi floreali e fruttati come le note agrumate e un
richiamo di erba appena tagliata.
Arlandino,
100% Grignolino di Tenuta Santa Caterina, un vitigno da riscoprire; fragranza e personalità escono
fuori dai canoni tradizionali e insieme al tannino delicato fanno di lui un vino
camaleontico che si adatta bene a varie occasioni.
Amartè Piemonte Albarossa, dell’Azienda
Cossetti; l’Albarossa è un vitigno ottenuto dall’incrocio di Nebbiolo e
Barbera, il vino ha sentori di frutti
rossi, una leggera speziatura e una bella freschezza.
Scrapona Moscato d'Asti, il profumo è aromatico intenso e
persistente con note di agrumi, miele, tiglio, pesca, fiori d’arancio e quella
tipica di salvia sclarea.
Il sapore dolce è sorretto da una buona freschezza. Pineto Brachetto d'Acqui il bouquet va dalla rosa al geranio,
dai frutti rossi, come more, lamponi, fragole e ciliegie, al muschio, anche qui
il tutto è sorretto da una bella freschezza. Entrambi i prodotti sono dell’Azienda Marenco storica
cantina situata nel comune di Strevi.
Chianti Gran Selezione, Castello di Quercieto, un Sangiovese in tutta la sua eleganza,
tannini vellutati e un frutto che vira poi su note terziarie. Della stessa
azienda troviamo il QueRceto Romantic, un vino, nato dall'incontro di tre uve, Petit Verdot, Merlot e Syrah,
provenienti da 3 vigne
diverse piantate tutte nel 2003, che vuole celebrare uno speciale evento della mitologia. Un vino ancora indomato a causa della sua
giovane età, ma che di sicuro regalerà grandi piaceri nel giro di qualche anno.
Rosso di Montalcino, Cinelli Colombini, anche qui troviamo un Sangiovese in purezza, ma con il nerbo e l’impeto della sua gioventù nonostante sia un 2012. Il frutto qui è ancora imperante e troviamo quello che i toscanacci definiscono “l’ignoranza del Sangiovese”, un vitigno che deve essere conosciuto per poterlo apprezzare in tutte le sue declinazioni.
In queste due serate di Gala erano in degustazione i prodotti di Fratelli
Beretta, sponsor di Expo 2015, del Caseificio Taddei (11/6) e Scuola
alti formaggi (2/7).
Tanto ancora ci sarebbe da dire e da raccontare, ma per il momento mi limito a ricordare le ultime due cene: il 9 luglio al RISTORANTE LA LOCANDA DEI BECCARIA in OLTREPÒ (€ 50,00) e il 16 luglio al RISTORANTE CROCE BIANCA a VESTONE in provincia di Brescia (€ 40,00). Ad un menù del territorio saranno abbinati i vini delle socie produttrici di tutta Italia a un prezzo fisso, dove sicuramente ci sarà da divertirsi perché ognuno si potrà scegliere il proprio vino e giocare con tutti gli assaggi possibili!
Tanto ancora ci sarebbe da dire e da raccontare, ma per il momento mi limito a ricordare le ultime due cene: il 9 luglio al RISTORANTE LA LOCANDA DEI BECCARIA in OLTREPÒ (€ 50,00) e il 16 luglio al RISTORANTE CROCE BIANCA a VESTONE in provincia di Brescia (€ 40,00). Ad un menù del territorio saranno abbinati i vini delle socie produttrici di tutta Italia a un prezzo fisso, dove sicuramente ci sarà da divertirsi perché ognuno si potrà scegliere il proprio vino e giocare con tutti gli assaggi possibili!
2 luglio 2015
“I Top Player del Veneto – I grandi Veneti si confrontano per un’amichevole”
Il
primo di Luglio, nel Padiglione Vino Expo 2015, ha avuto luogo la degustazione “I
Top Player del Veneto – I grandi Veneti si confrontano per un’amichevole”; evento realizzato grazie al Consorzio Tutela Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore, in collaborazione con UViVe (Unione
consorzi Vini Veneto).
Sono
scesi in campo: Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, Prosecco,
Valpolicella e Soave. Il “singolar duello” dedicato ai Top Player del Veneto si
è svolto nell’Area Veneto del Padiglione Vino di Expo Milano, sulla
terrazza panoramica del secondo piano da cui si poteva ammirare l’Albero della
Vita.
Hanno guidato la
degustazione, alternandosi Enrico Fiorini e Gianluca Boninsegna, migliori Sommeliers
AIS del Veneto rispettivamente 2014 e 2015; l’introduzione alle varie zone, al
contrario, è stata fatta da Nazareno Vicenzi Unione
consorzi Vini Veneto Doc,
Renata Toninato del
Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene
Prosecco Superiore, Luca Giavi Direttore Consorzio
di tutela della DOC Prosecco
e Aldo Lorenzoni Direttore Consorzio
tutela Soave.
Si
è iniziato a parlare della zona del “Prosecco”. Le Colline di Conegliano
Valdobbiadene si trovano in una posizione ideale per la viticoltura, tra il
mare e le Prealpi e presentano un clima mite e temperato. La loro posizione da
est a ovest favorisce l’esposizione al sole dei vigneti situati sui versanti
meridionali e l’elevata piovosità è perfetta per la coltivazione del vitigno Glera. Tra Conegliano e Valdobbiadene
interessante è la diversità
dei suoli: la zona di Conegliano è caratterizzata da terreni
argillosi di origine alluvionale e morenica, che regalano vini ricchi di
struttura contraddistinti da un aroma fruttato; la zona di Valdobbiadene si
contraddistingue per terreni di origine molto antica, composti da morene e arenarie
che producono vini di grande finezza con
profumi floreali e fruttati.
Per la produzione del Conegliano Valdobbiadene sono ammesse le seguenti varietà: Glera min.
85%, si possono utilizzare varietà locali come Verdisio, Bianchetta, Perera o
Glera Lunga e varietà internazionali Pinot e Chardonnay (per lo spumante).
Le tipologie del Conegliano
Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG sono : Brut ( fino a 12 g/l
di residuo zuccherino), Dry ( da 12 a 17 g/l di residuo zuccherino) e Extra Dry ( da 13 a 32 g/l di residuo
zuccherino) ed è questa tipologia che ha fatto grande il “Prosecco” nel mondo.
Le Rive,
Denominazioni Comunali, è una tipologia introdotta con il nuovo disciplinare
per esaltare la varietà del Conegliano
Valdobbiadene. “Rive” è un termine che nella parlata locale indica i vigneti
posti in terreni scoscesi; prodotto esclusivamente nella versione Spumante, da
uve vendemmiate a mano provenienti da un singolo comune o una frazione.
Passiamo poi al famoso “Prosecco
Cartizze”, di cui tutti parlano, ma pochi lo conoscono veramente. Al vertice qualitativo della
Denominazione Garantita rimane lo spumante della storica
sottozona del “Superiore di Cartizze” che, vale la pena ricordare, proviene da soli 107
ettari di vigneto fra le colline scoscese di San Pietro di Barbozza, Santo
Stefano e Saccol, nel comune di Valdobbiadene. I terreni di questa zona sono di
origine molto antichi, formati da morene, arenarie e argille.
Passiamo poi dalle
bollicine ai vini bianchi e Aldo Lorenzoni Direttore Consorzio
tutela Soave inizia a
raccontare questo territorio di origine vulcanica e ricorda che già
nel 1931 il Soave fu il primo fra i vini Italiani ad essere riconosciuto come
vino “tipico e pregiato”, tutela ed identità che vennero poi ribaditi
definitivamente con il riconoscimento della Denominazione di origine
controllata nel 1968.
La Garganega è
il vitigno principe della zona e in queste colline di terreno tufaceo, di
origine vulcanica, con importanti affioramenti calcarei si è andata a
realizzare un’ideale simbiosi di ambiente e vitigno per la produzione di grandi
vini bianchi di qualità e di grande longevità.
Questa
cultivar regala un bouquet in cui i profumi predominanti sono la mandorla e i
fiori bianchi ed in bocca è contraddistinta da una bella mineralità.
Durante la degustazione
l’attenzione dei presenti è caduta su una particolare etichetta posta sulle
bottiglie di Soave. Ecco lo
spunto per parlare dell’Etichetta Etica, un progetto
realizzato in collaborazione con l’editore DamolGraf teso a promuovere
il valore comunicativo della singola bottiglia e a riqualificare il parco
enologico del Soave con il finanziamento per il restauro del percorso dei dieci
capitelli. Sul tema della sostenibilità ecco l’Etichetta Verde del Soave: un’indagine su diciotto
potenziali criticità evidenziando in etichetta l’impegno di ogni azienda sul
fronte del consumo di acqua, aria e suolo.
E per finire ecco arrivare i grandi vini rossi
della Valpolicella ed è Nazareno
Vicenzi a introdurci in questa zona salvaguardata dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella.
La zona della Valpolicella DOC e DOCG è suddivisa, secondo il
disciplinare, in tre zone ben distinte:
- La zona
Classica, formata da cinque aree geografiche, racchiude l’areale di Sant’Ambrogio
di Valpolicella, l’areale di San Pietro in Cariano e le valli di Fumane, Marano
e Negrar.
- La zona
Valpantena, comprendente l’omonima valle.
- La zona DOC
Valpolicella, con i comprensori del comune di Verona e le valli di Illasi,
Tramigna e Mezzane.
I vitigni utilizzati sono la Corvina, il
Corvinone, la Rondinella e, in misura minore, la Molinara; per quanto riguarda
l’allevamento si utilizza soprattutto la tradizionale “pergola veronese”.
I vini della denominazione sono il
Valpolicella, il Valpolicella Ripasso, l’Amarone della Valpolicella e il
Recioto della Valpolicella. In questa occasione sono stati degustati 3 Valpolicella
Ripasso. Questa tipologia è ottenuta dal contatto del Valpolicella base sulle
vinacce residue dell'Amarone per circa 15/20 giorni. Ha una maggior struttura e
longevità rispetto al Valpolicella base, una maggiore alcolicità, un'acidità
più bassa e una maggior rotondità, da un più elevato valore in estratti e in
sostanze fenoliche.
Concludiamo
con i nomi dei 12 vini proposti in degustazione: Prosecco La Farra Brut DOCG
2014; Adami Bosco di Gica Prosecco di Valdobbiadene Brut DOCG 2014; Astoria Corderie
Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG Extra Dry 2014;
BiancaVigna Prosecco DOC Extradry 2014; Cantina Colli Euganei Prosecco DOC
Extra Dry; Villa Sandi Prosecco DOC Treviso Millesimato 2014 Extra Dry; Cantina
di Monteforte d'Alpone Clivus Soave Classico D.O.C. 2014; Azienda Agricola Montecrocetta Santa Giustina
Soave D.O.C. 2013; Azienda Agricola Vicentini Agostino Soave Superiore DOCG Il
Casale 2013; Cesari “Mara”
Valpolicella Ripasso Superiore
2013; La Collina dei ciliegi Valpolicella Ripasso
Doc 2013; Latium Morini Campo
dei Ciliegi Valpolicella Ripasso 2011.
Risultato
del “duello”: tutti vincitori all’insegna dei grandi
vini Veneti da valorizzare e imparare a conoscere!
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