Lo scorso 13 Giugno
ad Expo Milano 2015 nel suggestivo padiglione in legno “logato”
dall’immancabile croce bianca ha avuto
luogo un inaspettato evento di promozione di vini e prodotti agroalimentari del
Canton Vallese.
Marco Acher Marinelli, promotore dell'evento
ci introduce in questo Cantone, situato nella parte
sud-occidentale della Svizzera, nelle Alpi del Vallese, attorno alla valle del fiume Rodano dalla sua sorgente
fino al Lago di Ginevra.
Il Vallese, con il suo clima mite e assolato, è
naturalmente idoneo per la coltivazione di numerosi tipi di frutta e verdura, lo
dimostrano i frutteti di mele e pere di diverse varietà. Tra i tanti ricordiamo
la pera Williams che è l’ingrediente fondamentale per l’Eau-de-vie de poire du
Valais: un’acquavite dal sapore intenso e fruttato, adatta da bere a fine pasto
o per la realizzazione di cocktail. Ne è un esempio il “swiss tonic” servitoci durante l’aperitivo, ottenuto unendo un
distillato di pera Williams con acqua tonica.
L’albicocca, nella
varietà Abricotine, trova qui un territorio di crescita ideale e rappresenta la
quasi totalità della produzione, 98% circa, della Svizzera.
Tra i vari
prodotti tipici possiamo ricordare il pane di segale vallesano DOP; la segale è
l’unico cereale in grado di adattarsi alle condizioni climatiche estreme
tipiche della montagna e questo pane poteva essere conservato per lunghi
periodi.
Non tutti
immaginano che qui tra i monti si possa coltivare anche l’oro giallo ovvero lo
Zafferano di Mund DOP, rinomato ben oltre i confini del Cantone.
Troviamo inoltre
la carne secca del Vallese e l’acqua del Cervino e a proposito di acqua qui
risiedono le più grandi riserve idriche d'Europa conservate nei ghiacciai.
Marco Acher Marinelli
ci dice che “c'è così tanta acqua che si potrebbe dare da bere a tutti gli
abitanti della Terra per svariati anni"...
Altro prodotto simbolo è il formaggio da Raclette vallesano DOP, prodotto
esclusivamente con latte crudo. La leggenda vuole che questo sia stato creato in un
vigneto delle Alpi in un giorno piovigginoso. Un viticoltore, di nome Léon,
aveva una gran voglia di un pasto caldo, scaldò il formaggio direttamente sulla
fiamma: ecco come nacque la raclette!
In una saletta
riservata l'enologa Marie Linder e José Vouillamoz ampelologo, genetista e
botanico ci inquadrano il Vallese a livello vitivinicolo e ci propongo tre
vini abbinati a dei finger food ottenuti
da prodotti tipici.
Iniziamo con il
dire che questo è il Cantone con la maggiore superficie vitata, circa 7300 ettari, e dove la viticultura va dai 450 agli 800 metri e in qualche raro
caso fino a 1.100 metri di altezza, come a Visperterminen. I vigneti sono coltivati
a terrazze, con pendenze inimmaginabili, tanto da fregiarsi del termine di
viticultura eroica.
Tra i vitigni più
coltivati troviamo lo Chasselas, il Sylvaner (o Gross Rhin), il Gamay ed il
Pinot Noir. Ricordiamo che
nel Vallese i vini ottenuti dal Chasselas prendono il nome di Fendant.
Tra gli altri vitigni,
a bacca bianca, possiamo ricordare l’Amigne, il Petite Arvine, il Païen, il Sylvaner chiamato
localmente “Gros Rhin o Johannisberg e l'Humagne Blanche oltre alla Malvasia, al Moscato e allo
Chardonnay.
Tra i vitigni a
bacca rossa troviamo, tra gli autoctoni, l'Humagne Rouge e il Cornalin, oltre al
Gamay e al Sirah.
Ma torniamo
alla degustazione:
- Humagne
Blanche 2014 accompagnato da emulsione di raclette
su cubetti di pera Williams.
Una bella acidità
che va a contrastare la grassezza del formaggio con una particolarissima nota
di pietra bagnata…sembra strano…ma ricorda proprio l’odore delle pietre appena
finito il temporale.
- Cornalin 2013 accompagnato da una tartare di carne secca su pane di segale.
Fruttato e floreale dove il nocciolo di ciliegia è la sensazione predominante
che si ritrova poi in bocca e nel tannino elegante e vellutato.
- Amigne réserve 2012
accostato a rotolini di formaggio a latte crudo su variazione di albicocca e pane di segale.
L’Amigne conta solamente 40 ettari vitati al mondo e quasi esclusivamente
ubicati nel paese di Vetroz. Note dolci e morbide sorrette da una bella acidità
che rende il prodotto gradevolissimo. Una vera perla enologica viste le esigue
produzioni.
L’evento
prevedeva anche la visita al Paglione che oltre alla struttura in legno
comprende 4 Torri riempite ognuna con un numero limitato di prodotti nazionali “pret-a-porter”,
come le risorse naturali del nostro pianeta: caffè solubile, rondelle di mele disidratate, bicchieri di
plastica per l'acqua e sale delle Alpi.
Man mano che i prodotti si esauriscono le
traverse che costituiscono i piani delle torri vengono eliminate; bisogna
aspettare però che tutti i “ricordini” di uno stesso livello finiscano per
poter abbassare il piano e rendere gli stessi nuovamente disponibili. Quanto
dureranno? Non si sa, tutto dipende dal buon senso di chi ci ha preceduto come
per le risorse del pianeta.
Il concetto quindi
non è arraffare in maniera compulsiva, ma prendere solo il necessario e lasciare
qualche cosa a chi verrà dopo di noi.
Per dovere di
cronaca le mele e i bicchieri dell’ultimo piano erano già finiti il 16/5/2015!
Ma non disperate il piano presto si abbasserà e tutto di nuovo ricomincerà!
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