Il 22 giugno nella cornice di Italian Makers Village, evento
nell'evento, Mauro Carosso, delegato
AIS Torino, ha abilmente guidato una degustazione i cui veri protagonisti sono stati i vini dell’Alto Piemonte. L’idea
di questo particolare evento è scaturita durante la degustazione a Roma
dell’Azienda Torraccia del Piantavigna: perché
non utilizzare il fuori Expo per far conoscere i vini del Nord Piemonte?
“Noi piemontesi parliamo poco- dice Carosso – ma
quando lo facciamo sappiamo bene cosa diciamo.”…e
inizia così ad introdurci in questa parte della sua Regione.
Questi
territori, per molto tempo rimasti nell’oblio, riscoperti in un recente passato
dal mercato, danno vini longevi e di grande carattere. Il vitigno principe
rimane il Nebbiolo, un vitigno difficile che non si adatta a tutti i terroir,
non sempre riconoscibile e a cui si possono adattare vari descrittori.
Ricordiamo
che in queste zone il Nebbiolo prende il nome di Spanna. Plinio parla di una
vite, vitis spinea, “ che sopporta il
calore e matura alle piogge d’autunno” ed è l’unica “ che si nutre di nebbia”;
da queste parole sembra probabile che si parli di una vite antenata del
Nebbiolo.
Gattinara, Ghemme,
Lessona e Boca ecco le quattro zone che si andranno a scoprire in questa
degustazione tutte rappresentate da una cantina storica con una verticale di 3
annate.
I terreni
del Nord Piemonte hanno una grandissima variabilità di suoli, ma la caratteristica
comune della fascia geologica, che va da Biella al lago Maggiore, è la presenza di suoli acidi, strettamente
legata all’originaria attività vulcanica e alla pressoché totale assenza di
calcari.
Da qui la
differenza del Nebbiolo di queste zone rispetto all’Albese, in prevalenza marno-argillosi-sabbiosi,
con presenza più o meno grande di calcari.
Gattinara:
la collina che sorge ripida dalla pianura a nord ovest rispetto al borgo ospita
i vigneti di questa storica denominazione. Siamo nell’area centrale della
caldera dell’antico supervulcano. Il suolo è fortemente acido, ha un terreno
sottile, povero di humus e un sottosuolo affiorante di pura roccia(caldera fill) di colore bruno. I vini
sono austeri, complessi e adatti ad un lungo affinamento.
Ghemme è un
colossale campionario mineralogico della soprastante catena alpina, composto da
ciottoli di granito, di porfido, di detriti di ghiaia, di schisti, micascisti,
di serpentino e di sfaldature di rocce dolomitiche del Monte Fenera. Si tratta
di un terreno povero riportato dalla morena del Monte Rosa. Sotto un sottile
strato argilloso, vi si trovano ciottoli di modeste dimensioni in apparenza
integri, ma disgregabili con una minima pressione.
L’area
della Doc Boca è un’eccezione nell’eccezione. Infatti, pur trovandosi sulla
sinistra idrografica del Sesia, risente dell’attività del supervulcano e offre
caratteristiche più simili alle denominazioni del vercellese. Sono suoli più
magri, con sottosuolo ricco di porfido rosa con sfumature viola scheletrico e
molto minerale. Il porfido di Boca è tenero e friabile, da non sottovalutare
l’altitudine mediamente intorno ai 450mt.
Lessona
regala vini marcati dal territorio; i terreni sono sabbiosi e i prodotti di
questa zona sono eleganti e caratterizzati da tannini dolci.
A Gattinara
troviamo la Cantina Nervi fondata nel lontano1906,
Azienda storica passata dal 2011 in mano Norvegese; la famiglia Astrup ha
acquisito la maggior parte della proprietà, in partenariato con le
famiglie Moestue, Wicklund e Skjelbred, quattro famiglie unite dalla passione
per la vite e per il vino. In rappresentanza dell'azienda l’enologo Gianluca Telloli e Orso Wicklund, presentate tre
annate del Cru “Molsino”, il cui
vigneto è costituito da un anfiteatro
naturale che si apre verso sud dal cuore granitico: 2009, 2006 e 2004.
A Lessona l’Azienda Tenute Sella è arrivata
alla 11ª generazione e Marco Rizzati presenta tre annate di “Omaggio a Quintino Sella” un blend di Nebbiolo
85%, Vespolina 15%: 2008, 2006 e 2005.
A Ghemme
l’Azienda Torraccia del Piantavigna nasce nel
1977, quando su un piccolo appezzamento di Ghemme la famiglia Francoli piantò
il primo vigneto di uve Nebbiolo. Presente in sala Alessandro Francoli che, innamorato
del suo territorio e di tutto ciò che è in grado di esprimere, conduce
l’azienda. In degustazione “Ghemme Torraccia del Piantavigna”: 2010, 2007 e 2004.
La zona di
Boca è rappresenta dalle Cantine Vallana di
Maggiora che hanno scelto di presentare “Vallana Boca”, un prodotto caratterizzato dal tipico uvaggio Alto-Piemontese:
Nebbiolo 70%, Vespolina e Uva Rara. Il Nebbiolo conferisce al vino struttura,
mentre la Vespolina e l’Uva Rara aggiungono freschezza e note varietali. Presente in sala Marina
Fogarty in
rappresentanza della quinta Generazione di Grandi produttori di Spanna;
in degustazione: 2010, 2007 e 1996.
Una
degustazione che ha visto a confronto grandi vini con il marker del terroir, grande acidità, mineralità
ed eleganza, con una indiscussa predisposizione all’invecchiamento.
A
parte l’annata che incide sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti
grande differenza si riscontra tra i vini ottenuti da Spanna in purezza e
quelli resi più “facili” dalla presenza della Vespolina.
Fondamentale
rimane il fatto che i vini vanno bevuti e fanno parte della convivialità. A
volte ci si perde nell’analisi olfattiva e si cerca questo o quell’altro
sentore, si trovano mille descrittori, sfociando a volte, nel ridicolo e si
perde di vista la vera essenza del vino: piacevolezza
e convivialità!
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