In
Toscana, l’olivicoltura si basa su tre cultivar principali: Moraiolo, Frantoio
e Leccino che hanno una fioritura sostanzialmente contemporanea.
Ma puntiamo l’attenzione sul Moraiolo!
Questa cultivar è presente nei principali areali olivicoli delle Regioni dell’Italia
centrale. È una
varietà rustica e poco esigente; predilige terreni collinari, ma si adatta a
vari suoli. Ha una vigoria limitata, una chioma poco voluminosa e mediamente
folta. I rami con i frutti sono corti e contorti rendendolo, così, inadatto alle macchine
raccoglitrici o potatrici. A volte ha difficoltà a rimarginare i tagli della potatura. Non risente
troppo della siccità del vento, ma teme i ristagni d'acqua. È autosterile, pertanto ha
bisogno di cultivar impollinatrice, e spesso il Pendolino serve proprio a sopperire
a questo difetto.
L'impiego
del "Moraiolo" è legato all'elevata resa in olio delle drupe e ad alte e
costanti capacità
produttive. Il suo olio risulta avere un buon contenuto in polifenoli, che sono “gli spazzini
delle arterie”, poiché combattono il colesterolo e i radicali liberi.
È
apprezzato anche per l’elevata presenza di squalene che è uno dei più importanti
costituenti del sebo, una sostanza oleosa che mantiene idratato lo strato più
superficiale dell’epidermide rallentando l’evaporazione dell’acqua.
Immerso nella campagna bolgherese,
troviamo “Podere il Castellaccio”, in Località Segalari. L’Azienda fu
acquistata, intorno agli Anni Cinquanta, da Luigi Corradini e Lia Bartalini
spinti dall’amore per la natura. La responsabilità della Tenuta è passata di
mano in mano, prima al figlio e ora al nipote, Alessandro Scappini; oggi si
estende per più di quindici ettari, suddivisi in vigneti, oliveti, bosco e una
piccola parte dedicata all’allevamento dei cavalli. Da sempre la filosofia
produttiva è di coniugare le vecchie tradizioni, come la raccolta e la potatura
eseguite rigorosamente a mano, con la modernità delle nuove tecnologie di
frangitura e di vinificazione.
L’oliveto copre una superfice
di circa 10 ettari, ad un’altezza di 100/160 metri sul livello del mare, quindi
in una zona prevalentemente collinare. Circa 2000 piante secolari si trovano in
ordine sparso a testimonianza di una forma di allevamento non industrializzata.
In corso sono i lavori di ampliamento dell’oliveto, ma sempre nel rispetto
della natura e del bosco circostante. Il terreno, per esigenze idrogeologiche,
rimane inerbito arrestando e limitando, così, fenomeni di dispersione di macro
elementi.
Nella parte bassa
dell’azienda si coltivano in prevalenza Leccino,
Moraiolo e Frantoio dai quali si ottiene un olio dal classico blend toscano
dai profumi intensi.
Nella parte più alta, invece,
si trovano le imponenti piante di Moraiolo
dalle quale si ottiene un pregiato olio monovarietale. Quest’anno, per la scarsa
ma ottima produzione della campagna olivicola
2013-2014, questo monocultivar è stato
imbottigliato solo nel formato da 0,250 l.
Ma vediamo le
caratteristiche!
Un olio dal fruttato
medio-intenso, di tipo verde, con note di carciofo e pomodoro. Al gusto è equilibrato, con buone sensazioni di amaro
e piccante; forte
ed elegante allo stesso tempo. Adattissimo per i condimenti a crudo, per le
bruschette o per le “freghe”; ottimo
sulle carni sia bianche che rosse, meno su pesci delicati.
Non
ci resta che provare quest’olio di Moraiolo in purezza, visto anche le sue
numerose qualità salutistiche, magari accompagnato dai vini che l’azienda
produce: “Dinostro”, un
Sangiovese in purezza, e “Valénte”, un blend composto al 70% da Sangiovese e il 30% rimanente suddiviso tra
Ciliegiolo, Foglia Tonda e Pugnitello.
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