IL CAFFÈ: Espresso Italiano
L’albero del caffè cresce esclusivamente nella fascia dei Tropici, dove la temperatura media oscilla tra i venti e i ventidue gradi e non scende mai sotto i dodici gradi. I bianchi fiori sono simili, per aspetto e profumo, a quelli del gelsomino, ma sono molto più grandi. Il frutto è una bacca, inizialmente verde che poi vira al bianco e per diventare rossa, giunta a completa maturazione. All’interno di ciascuna bacca, avvolti dalla polpa, si trovano due semi, ricoperti da una sottile pellicola, ovvero i chicchi di caffè.
Le due principali varietà di caffè sono la
Robusta e l’Arabica. La varietà Arabica
costituisce tre quarti della produzione mondiale. Teme gli eccessi di calore e di
umidità, non cresce sotto i 900 metri e predilige terreni fertili; chicchi
piccoli e tondeggianti, caratterizzati da un intenso aroma. La varietà Robusta è più resistente ai
parassiti, al caldo e si coltiva anche a partire dai 200 metri d’altezza;
diffusa soprattutto in Africa, chicchi più piccoli, rispetto a quelli
dell’Arabica, e un maggiore contenuto di caffeina.
Esiste ,poi, il Kopi Luwak: il caffè più costoso
al mondo: il suo prezzo è di circa 500 €/Kg, mentre al dettaglio viene
generalmente venduto a 7 € la tazzina (ma in Italia nei ristoranti si può
trovare anche a 22 euro la tazzina). Il Luwak è un piccolo marsupiale
originario di Giava e Sumatra, che si nutre, tra le varie cose, anche delle
drupe di caffè. L’animaletto le digerisce solo parzialmente, ne assorbe i
nutrimenti della scorza e della polpa e poi deposita i chicchi non digeriti sul
suolo. Gli abitanti li raccolgono solerti e li tostano per ottenere un caffè
arricchito dalla fermentazione provocata dal lavorio degli acidi e degli enzimi
nello stomaco del Luwak. Il caffè ottenuto ha un gusto forte, corpo pieno e
sciropposo, con una nota cioccolatosa. Il retrogusto è pulito e persistente.
L’espresso costituisce ormai uno dei simboli del
made in Italy e uno dei riti del bel
Paese più amati dagli italiani. In ogni Paese il termine “espresso” definisce
un prodotto diverso, con preparazioni e gusti diversi che cercano di evocare un
certo gusto italiano.
Così nel 1998, dopo una ricerca di tre anni in
collaborazione con l’Istituto
Internazionale Assaggiatori Caffè e il Centro
Studi Assaggiatori, è stato fondato l’Istituto Nazionale Espresso Italiano per
definire il profilo dell’espresso di qualità per tutelarlo e promuoverlo. Circa
un anno dopo L’Istituto ha ottenuto la certificazione del caffè espresso a
marchio Espresso Italiano e, nel
2006, anche la certificazione del Cappuccino
Italiano.
I bar che servono l’Espresso Italiano
Certificato usano una miscela qualificata, macchina e macinatore qualificati e
personale abilitato. Solo con queste condizioni, sotto la sorveglianza dei
tecnici dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano e dei valutatori dell’ente di
certificazione, è possibile offrire al consumatore un caffè a marchio Espresso
Italiano che, aggiunto di latte fresco montato con adeguate modalità, origina
il Cappuccino Italiano Certificato.
L’Espresso Italiano si presenta alla vista con
una crema di color nocciola, tendente alla testa di moro e distinta da riflessi
fulvi. La crema deve avere una tessitura finissima, le maglie quindi devono
essere strette e prive di bolle. All’olfatto il profumo deve essere intenso,
con evidenti note fiorite, fruttate, di pane tostato, di cioccolato e
torrefatto. Al gusto si devono ritrovare tutte le sensazioni avvertite nella
fase olfattiva, la PAI deve essere importante. Il gusto deve essere rotondo,
consistente e vellutato, l’acido e l’amaro devono risultare equilibrati,
l’astringenza assente o comunque di lievissima percezione.
Solamente nei bar e nei pubblici esercizi che
espongono il marchio “Espresso Italiano”, la qualità del prodotto è controllata
dall’Istituto Nazionale Espresso Italiano sotto la supervisione certificata
secondo una norma ISO.
La tazzina deve essere di ceramica bianca senza
decori interni, di sezione ellittica, con capacità di 50-100 millilitri. La
quantità di caffè dovrà risultare di circa 25 millilitri ,compresa la crema, e
la temperatura in tazza di circa 67 °C.
Adesso con queste poche regole cerchiamo di
degustare in maniera più consapevole questo straordinario prodotto che tutto il
mondo ci invidia e tenta di imitare, seppur con scarsi risultati.
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