Dal
2004 una nuova realtà si affaccia sul “vinicolo” paese di Bibbona: una nuova
enoteca? Un nuovo locale con mescita di vino? No, un locale in stile Medievale
dove la birra è protagonista assoluta a tutto tondo: il Brandibirra.
Felix Zelger, classe 1976, dopo un lungo
percorso articolatosi tra esperienza in ristorazione, Ais e gruppo Heineken, decide
di mettersi in proprio e puntare sulla birra.
Il
locale, situato in via San Rocco a Bibbona, è arredato in stile medievale e si
ascolta musica a tema; ha la particolarità di avere al suo interno una suggestiva
grotta di arenaria conchigliata.
Più
di 200 etichette che spaziano dalle birre italiane a quelle belghe, dalle
inglesi alle tedesche. Il locale, sempre pieno, ha una clientela affezionata
che è disposta a percorrere parecchi chilometri di strada per poter apprezzare
birra, cucina e ambientazione.
Anche
la spillatura non è lasciata al caso. Questa operazione deve essere fatta con
cura perché serve a riportare la birra
alle sue caratteristiche originarie, così come l’ha concepita il mastro birraio
prima di infustarla; un’operazione che non riguarda solo la mescita della
birra, ma anche la preparazione del bicchiere, che deve essere:
- Lavato in lavastoviglie senza l’uso del
brillantante, che rende liscia la parete interna impedendo
alla schiuma di persistere.
- Appoggiato sulle grigliette di
sgocciolamento per un’asciugatura naturale.
- Passato nel lavello dotato di due vasche
che servono in questo modo:
Vasca 1 (la più lontana
dalla spina). Dotata di tre spazzole, tipo scovolino, verticali fisse; acqua e
sgrassatore apposito per bicchieri da birra. Il bicchiere va spazzolato, posizionando
le spazzole al suo interno, con tre movimenti “su-giù” e tre movimenti
“destra-sinistra”, seguiti dallo spazzolamento del fondo. Lo sgrassaggio è
importante perché se il bicchiere è sporco le bolle di anidride carbonica (che
danno frizzantezza) si attaccano al vetro e la birra risulta più gassata e
quindi alterata nelle sue caratteristiche sensoriali; inoltre, a parità di
gradazione alcolica, una birra più frizzante viene veicolata prima nei vasi
sanguigni.
Vasca 2 (la più vicina alla spina). Serve
per il risciacquo che deve avvenire immergendo il bicchiere dal fondo in modo
che l’acqua, entrando progressivamente nel bicchiere, faccia fuoriuscire la
schiuma senza lasciare residui. Prima di utilizzare il bicchiere è conveniente
lasciar sgocciolare l’acqua in eccesso.
Oltre
a servire birre alla spina e “etichette” veramente particolari, Felix, amante delle
spezie e della sperimentazione, ha voluto provare a creare delle birre in
proprio. Nasce così la collaborazione con il birrificio BAT di Montescudaio; la
sua prima “cotta” è stata nel 2010 ed
è uscita con il nome di Cinq’Orsi Birra
di Natale, chiamata poi Cinq’Orsi
Birra d’Inverno, per dare continuità alle tipologie successivamente create.
Oltre alla grande cura per gli ingredienti c’è stata una notevole attenzione
per la creazione dell’etichetta, eseguita dal pittore Augusto Titoni:
un’etichetta per ogni stagione; 4 creazioni differenti, dove l’orso è sempre il
protagonista.
Cinq’Orsi d’Inverno 2011 - Classica Noël
speziata, ma con un tocco di Tuscan Style. Infatti, oltre alla cannella, ai
chiodi di garofano e all’anice stellato, troviamo il miele di Castagno (di un
piccolo apicoltore locale, Camerini) e il mosto, ottenuto da “agresti” bolgheresi
raccolti sovrammaturi e fatti appassire. La birra, color tonaca di frate nel
bicchiere, si presenta con un cappello di schiuma di color crema, fine e
persistente. Il naso ricorda i classici dolci natalizi, con sfumature di uva
passa, frutti rossi, cassis e lampone, seguito da note tostate che vanno dalla
liquirizia al caffè. Un bouquet in evoluzione, ampio e complesso; in bocca la
corrispondenza gusto-olfattiva è sorprendente. Una birra che può essere
abbinata, oltre che ai dolci, anche a formaggi stagionati e a cioccolato
fondente.
Cinq’Orsi di Primavera 2011 – Saison
ispirata al Belgio, ma anche qui con un tocco di Tuscan Style. Infatti, oltre
al cardamomo, coriandolo e cumino, spezie della tradizione belga, c’è
l’aggiunta di bacche di ginepro e pepe rosa. Nel bicchiere si presenta di un
bel color ambra scuro, con un cappello di schiuma “pannoso”, compatto e
persistente. Il naso è intrigante, cardamomo, cumino la fanno da padrone, ma poi
si notano sfumature di agrumi, tra cui il chinotto; il rialzo della temperatura,
invece, svela note più calde come malto, caffè e rabarbaro. In bocca il gusto è
fresco, mentre la componente amara è delicata e ben integrata con la parte
dolce. Si tratta di una classica birra “ruffiana”, di buona beva e in continua
evoluzione, un prodotto di facile abbinamento.
Cinq’Orsi d’Estate 2012 - Birra che può
essere classificata nello stile IPA (India pale ale) con 100 di IBU (International
Bitterness Unit); una birra ambrata con un cappello di schiuma color crema. Un
naso con decisi sentori luppolati: proprio quest’ingrediente è stato
particolarmente curato da Felix: un luppolo per continente; luppoli
protagonisti anche nell’etichetta dove sono rappresentati prendendo il sole,
accanto all’Orso, con sotto il proprio nome: golding, saaz, target, chinook e amarillo. Un prodotto complesso,
il naso svela note di malto tostato, liquirizia e caffè, ma anche con sfumature
fresche di scorza d’arancia e luppoli. Forse, date dal dry-hopping: ovvero l’aggiunta del luppolo dopo o durante la
fermentazione per preservare la freschezza del suo aroma. La nota amara è
sapientemente integrata e mascherata dalla componente morbida, solo il rialzo
della temperatura svela il suo vero potenziale ricordando il miele di
corbezzolo. Adatta ai primi piatti o secondi importanti con una spiccata
tendenza dolce e una buona grassezza.
Cinq’Orsi d’Autunno 2012 - Birra che si rifà alle dubbel; Felix, anche qui, ha messo la
sua impronta. Infatti, i lieviti usati per questa birra sono stati selezionati
da quelli della famosa Westvleteren (una
trappista della zona fiamminga). Una birra ambra scura e con schiuma color
crema; il bouquet ci regala note calde, di malto, orzo e caffè, con richiami al
miele di castagno e di melata. Buona la corrispondenza gusto-olfattiva, con un
amaro abbastanza persistente che sfuma in ricordi di rabarbaro e di cotto. Per
questo prodotto l’abbinamento richiede delle preparazioni un po’ più complesse,
con una buona tendenza dolce per contrastare l’amaro e con una buona succulenza
aggiunta o intrinseca, ad esempio stracotti
o magari un goulash.
Brandibirra
è anche un ottimo pub, dove poter degustare piatti in cui tra gli ingredienti
c’è, guarda caso, la birra, o dove, almeno, c’è un suo richiamo. Un esempio… Crostini di stracchino e salsiccia, con
l’aggiunta delle spezie usate per la Saison; lasagne dove il ragù è stato sfumato con la birra al posto del
vino; tagliere con formaggi e salumi
di cinta senese accompagnati dal miele di castagno, il medesimo utilizzato per
la birra di Natale; il “brandimisù”
una versione rivisitata del classico dolce, dove, al posto della bagna al caffè,
c’è quella alla birra e più precisamente una dubbel.
A
questo punto, non vi resta che immergervi in questa fantastica atmosfera
medievale lasciandovi consigliare da Felix, per gli amici Cinq’Orsi (nomignolo affibbiatogli dagli amici fin dai tempi di
scuola per la sua già imponente stazza e forza), per un perfetto abbinamento
cibo-birra.
(Già pubblicato su BolgheriNews gennaio 2013)
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