6 maggio 2014

PODERE IL CASTELLACCIO … SFIDA E DISFIDA: IL MORAIOLO

In Toscana, l’olivicoltura si basa su tre cultivar principali: Moraiolo, Frantoio e Leccino che hanno una fioritura sostanzialmente contemporanea.
Ma puntiamo l’attenzione sul Moraiolo!
Questa cultivar è presente nei principali areali olivicoli delle Regioni dell’Italia centrale. È una varietà rustica e poco esigente; predilige terreni collinari, ma si adatta a vari suoli. Ha una vigoria limitata, una chioma poco voluminosa e mediamente folta. I rami con i frutti sono corti e contorti rendendolo, così, inadatto alle macchine raccoglitrici o potatrici. A volte ha difficoltà a rimarginare i tagli della potatura. Non risente troppo della siccità del vento, ma teme i ristagni d'acqua. È autosterile, pertanto ha bisogno di cultivar impollinatrice, e spesso il Pendolino serve proprio a sopperire a questo difetto.
L'impiego del "Moraiolo" è legato all'elevata resa in olio delle drupe e ad alte e costanti capacità produttive. Il suo olio risulta avere un buon contenuto in polifenoli, che sono “gli spazzini delle arterie”, poiché combattono il colesterolo e i radicali liberi.
È apprezzato anche per l’elevata presenza di squalene che è uno dei più importanti costituenti del sebo, una sostanza oleosa che mantiene idratato lo strato più superficiale dell’epidermide rallentando l’evaporazione dell’acqua.
Immerso nella campagna bolgherese, troviamo “Podere il Castellaccio”, in Località Segalari. L’Azienda fu acquistata, intorno agli Anni Cinquanta, da Luigi Corradini e Lia Bartalini spinti dall’amore per la natura. La responsabilità della Tenuta è passata di mano in mano, prima al figlio e ora al nipote, Alessandro Scappini; oggi si estende per più di quindici ettari, suddivisi in vigneti, oliveti, bosco e una piccola parte dedicata all’allevamento dei cavalli. Da sempre la filosofia produttiva è di coniugare le vecchie tradizioni, come la raccolta e la potatura eseguite rigorosamente a mano, con la modernità delle nuove tecnologie di frangitura e di vinificazione.
L’oliveto copre una superfice di circa 10 ettari, ad un’altezza di 100/160 metri sul livello del mare, quindi in una zona prevalentemente collinare. Circa 2000 piante secolari si trovano in ordine sparso a testimonianza di una forma di allevamento non industrializzata. In corso sono i lavori di ampliamento dell’oliveto, ma sempre nel rispetto della natura e del bosco circostante. Il terreno, per esigenze idrogeologiche, rimane inerbito arrestando e limitando, così, fenomeni di dispersione di macro elementi.
Nella parte bassa dell’azienda si coltivano in prevalenza Leccino, Moraiolo e Frantoio dai quali si ottiene un olio dal classico blend toscano dai profumi intensi.
Nella parte più alta, invece, si trovano le imponenti piante di Moraiolo dalle quale si ottiene un pregiato olio monovarietale. Quest’anno, per la scarsa ma ottima produzione della campagna olivicola 2013-2014, questo monocultivar è stato imbottigliato solo nel formato da 0,250 l.
Ma vediamo le caratteristiche!
Un olio dal fruttato medio-intenso, di tipo verde, con note di carciofo e pomodoro. Al gusto è equilibrato, con buone sensazioni di amaro e piccante; forte ed elegante allo stesso tempo. Adattissimo per i condimenti a crudo, per le bruschette o per le “freghe”; ottimo sulle carni sia bianche che rosse, meno su pesci delicati.


Non ci resta che provare quest’olio di Moraiolo in purezza, visto anche le sue numerose qualità salutistiche, magari accompagnato dai vini che l’azienda produce: Dinostro”, un Sangiovese in purezza, e “Valénte, un blend composto al 70% da Sangiovese e il 30% rimanente suddiviso tra Ciliegiolo, Foglia Tonda e Pugnitello.


Nessun commento:

Posta un commento