Martedì 8 aprile, a Vinitaly
2014, sette aziende ambasciatrici della DOC Montescudaio si sono
presentate in un’insolita degustazione orizzontale con lo scopo di far
conoscere e apprezzare le caratteristiche dei prodotti di un territorio a volte
messo, ingiustamente, in ombra dalla vicinanza con la DOC Bolgheri.
I
14 vini scelti per quest’occasione sono stati tutti biologici o biodinamici,
importante è anche stata la partecipazione di tutti i produttori.
Presenti in sala tra i vari
produttori, Luigi Malenchini, di Marchesi Ginori Lisci, Presidente del
Consorzio Montescudaio. La parte del moderatore è spettata a Paola Rastelli, delegata
AIS Livorno, mentre degustatore d’eccezione è stato Andrea Gori, Campione Toscano sommelier
nel 2006, ViceCampione Europeo nel 2008 e quest’anno Ambassadeur de Champagne
per l’Italiav, Wine blogger, tra le venti figure al mondo più influenti
sul web per quanto riguarda il vino; troppi sarebbero i titoli di questo sommelier
che ama definirsi “informatico”.
Un territorio, questo di Montescudaio, vocato alla viticoltura fin dal
tempo degli Etruschi. Quattordici aziende, incastonate, come gioielli, in un
paesaggio influenzato dal mare e dalle sue brezze. Una storia millenaria
rappresentata sul "cinerario di Montescudaio" (VII sec. a.C.) che
raffigura un banchetto funebre con un grande vaso "cratere" nel quale
veniva mescolato il vino con l’acqua, secondo l'uso greco.
La
denominazione di origine controllata “Montescudaio rosso” è riservata ai
vini che hanno una percentuale di
Sangiovese almeno del 50%; i vini della denominazione di origine
controllata Montescudaio Rosso, con la specificazione di uno dei vitigni Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot o
Sangiovese,
devono essere ottenuti con uve corrispondenti ai vitigni per almeno l'85%.
La
zona delle uve atte alla produzione dei vini DOC ricade nella provincia di Pisa
e comprende i terreni vocati alla qualità dei territori amministrativi dei
comuni di: Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo,
Montecatini
Val di Cecina, Montescudaio, Riparbella e Santa Luce.
I campioni in degustazione sono stati:
CAIAROSSA: CAIAROSSA 2009, IGT TOSCANA (Blend);
PERGOLAIA
2009, IGT TOSCANA Sangiovese;
MARCHESI GINORI LISCI:
CASTELLO GINORI 2009, DOC MONTESCUDAIO Merlot;
MACCHION DEL LUPO 2010, DOC MONTESCUDAIO Cabernet Sauvignon;
PAGANI DE MARCHI: PRINCIPE GUERRIERO 2010, DOC MONTESCUDAIO ROSSO Sangiovese;
CASALVECCHIO 2008, IGT TOSCANA Cabernet
Sauvignon;
PAKRAVAN PAPI:
CAMPO DEL PARI 2011, IGT TOSCANA Merlot, Cabernet Franc;
BECCACCIAIA 2009, IGT TOSCANA Merlot;
COLLINE DI SOPRA:
SOPRA 2010, DOC MONTESCUDAIO Sangiovese;
RAMANTO 2010, IGT TOSCANA Cabernet Franc e Petit Verdot;
FONTEMORSI:
VOLTERRANO 2009, IGT TOSCANA Sangiovese;
GUADIPIANI 2009, IGT TOSCANA Sangiovese, Merlot;
SORBAIANO:
ROSSO DELLE MINIERE 2007, DOC MONTESCUDAIO ROSSO Sangiovese, Cabernet Franc,
Malvasia Nera; SORBAIANO 2011, DOC
MONTESCUDAIO ROSSO Sangiovese, Montepulciano, Malvasia Nera.
La degustazione è stata divisa
in due parti, prima i campioni a base Sangiovese, in purezza o in uvaggio, e
poi quelli ottenuti dai vitigni così detti “internazionali”, per notare le
varie differenze.
Si è potuto così vedere come uno stesso vitigno
possa dare risultati diversi secondo il “terroir”, una parola che nel mondo del
vino si sente ormai usare molto spesso. Una piccola DOC, ma con una tale
differenza di territorio che si rispecchia nei bouquet e nel gusto dei vari
prodotti. Il mare che si è ritirato ha lasciato salinità nei terreni, mentre il
fiume Cecina regala a questi ultimi mineralità; tutto questo lo ritroviamo
nelle note sapide e minerali dei vini senza dimenticare le classiche note
mediterranee tipiche della zona. Una DOC che ci regala vini meravigliosi e
accattivanti sia con il Sangiovese, principe dei vitigni toscani, sia usando
quelli così detti “ internazionali”.
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