18 giugno 2015

Expo 2015…Svizzera…il Canton Vallese… “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” …obiettivo raggiunto


Lo scorso 13 Giugno ad Expo Milano 2015 nel suggestivo padiglione in legno “logato” dall’immancabile croce bianca  ha avuto luogo un inaspettato evento di promozione di vini e prodotti agroalimentari del Canton Vallese.
Marco Acher Marinelli, promotore dell'evento ci introduce in questo Cantone, situato nella parte sud-occidentale della Svizzera, nelle Alpi del Vallese, attorno alla valle del fiume Rodano dalla sua sorgente fino al Lago di Ginevra.

Il Vallese, con il suo clima mite e assolato, è naturalmente idoneo per la coltivazione di numerosi tipi di frutta e verdura, lo dimostrano i frutteti di mele e pere di diverse varietà. Tra i tanti ricordiamo la pera Williams che è l’ingrediente fondamentale per l’Eau-de-vie de poire du Valais: un’acquavite dal sapore intenso e fruttato, adatta da bere a fine pasto o per la realizzazione di cocktail. Ne è un esempio il “swiss tonic” servitoci  durante l’aperitivo, ottenuto unendo un distillato di pera Williams con acqua tonica.
L’albicocca, nella varietà Abricotine, trova qui un territorio di crescita ideale e rappresenta la quasi totalità della produzione, 98% circa, della Svizzera.
Tra i vari prodotti tipici possiamo ricordare il pane di segale vallesano DOP; la segale è l’unico cereale in grado di adattarsi alle condizioni climatiche estreme tipiche della montagna e questo pane poteva essere conservato per lunghi periodi.
Non tutti immaginano che qui tra i monti si possa coltivare anche l’oro giallo ovvero lo Zafferano di Mund DOP, rinomato ben oltre i confini del Cantone.
Troviamo inoltre la carne secca del Vallese e l’acqua del Cervino e a proposito di acqua qui risiedono le più grandi riserve idriche d'Europa conservate nei ghiacciai.
Marco Acher Marinelli ci dice che “c'è così tanta acqua che si potrebbe dare da bere a tutti gli abitanti della Terra per svariati anni"...
Altro prodotto simbolo è il formaggio da Raclette vallesano DOP, prodotto esclusivamente con latte crudo. La leggenda vuole che questo sia stato creato in un vigneto delle Alpi in un giorno piovigginoso. Un viticoltore, di nome Léon, aveva una gran voglia di un pasto caldo, scaldò il formaggio direttamente sulla fiamma: ecco come nacque la raclette!
In una saletta riservata l'enologa Marie Linder e José Vouillamoz ampelologo, genetista e botanico ci inquadrano il Vallese a livello vitivinicolo e ci propongo tre vini  abbinati a dei finger food ottenuti da prodotti tipici.

Iniziamo con il dire che questo è il Cantone con la maggiore superficie vitata, circa 7300 ettari, e dove la viticultura va dai 450 agli 800 metri e in qualche raro caso fino a 1.100 metri di altezza, come a Visperterminen. I vigneti sono coltivati a terrazze, con pendenze inimmaginabili, tanto da fregiarsi del termine di viticultura eroica.
Tra i vitigni più coltivati troviamo lo Chasselas, il Sylvaner (o Gross Rhin), il Gamay ed il Pinot Noir. Ricordiamo che nel Vallese i vini ottenuti dal Chasselas prendono il nome di Fendant.
Tra gli altri vitigni, a bacca bianca, possiamo ricordare l’Amigne, il Petite Arvine, il Païen, il Sylvaner chiamato localmente “Gros Rhin o Johannisberg  e l'Humagne Blanche  oltre alla Malvasia, al Moscato e allo Chardonnay.
Tra i vitigni a bacca rossa troviamo, tra gli autoctoni, l'Humagne Rouge e il Cornalin, oltre al Gamay e al Sirah.

Ma torniamo alla degustazione:
- Humagne Blanche 2014 accompagnato da emulsione di raclette su cubetti di pera Williams.
Una bella acidità che va a contrastare la grassezza del formaggio con una particolarissima nota di pietra bagnata…sembra strano…ma ricorda proprio l’odore delle pietre appena finito il temporale.
- Cornalin 2013 accompagnato da una tartare di carne secca su pane di segale. Fruttato e floreale dove il nocciolo di ciliegia è la sensazione predominante che si ritrova poi in bocca e nel tannino elegante e vellutato.
- Amigne réserve 2012 accostato a rotolini di formaggio a latte crudo  su variazione di albicocca e pane di segale. L’Amigne conta solamente 40 ettari vitati al mondo e quasi esclusivamente ubicati nel paese di Vetroz. Note dolci e morbide sorrette da una bella acidità che rende il prodotto gradevolissimo. Una vera perla enologica viste le esigue produzioni.

L’evento prevedeva anche la visita al Paglione che oltre alla struttura in legno comprende 4 Torri riempite  ognuna  con un numero limitato di prodotti nazionali “pret-a-porter”, come le risorse naturali del nostro pianeta: caffè solubile,  rondelle di mele disidratate, bicchieri di plastica per l'acqua e  sale delle Alpi.
Man mano che i prodotti si esauriscono le traverse che costituiscono i piani delle torri vengono eliminate; bisogna aspettare però che tutti i “ricordini” di uno stesso livello finiscano per poter abbassare il piano e rendere gli stessi nuovamente disponibili. Quanto dureranno? Non si sa, tutto dipende dal buon senso di chi ci ha preceduto come per le risorse del pianeta.
Il concetto quindi non è arraffare in maniera compulsiva, ma prendere solo il necessario e lasciare qualche cosa a chi verrà dopo di noi.
Per dovere di cronaca le mele e i bicchieri dell’ultimo piano erano già finiti il 16/5/2015!
Ma non disperate il piano presto si abbasserà e tutto di nuovo ricomincerà!












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