11 dicembre 2014

Un “Principe Guerriero” fra tradizione e innovazione


Pagani de Marchi, DOC Montescudaio, all’ombra di Casale Marittimo



La DOC Montescudaio è un territorio vocato alla viticoltura fin dal tempo degli Etruschi. Quattordici le aziende sparse in un paesaggio influenzato dal mare e dalle sue brezze. Una storia millenaria rappresentata sul "cinerario di Montescudaio" (VII sec. a.C.) che raffigura un banchetto funebre con un grande vaso "cratere" nel quale veniva mescolato il vino con l’acqua, secondo l'uso greco.
Tra le varie aziende troviamo Pagani de Marchi nata nel 1996, sulle colline che circondano il paese di Casale Marittimo (provincia di Pisa), nella Località La Nocera. Qui, nel 1980, fu riportata alla luce una necropoli etrusca. Le tombe, contornate da cipressi, custodiscono la storia dell’antica famiglia etrusca denominata Principi Guerrieri, che viveva nei pressi della necropoli, in Località Casalvecchio. Nel corredo funerario importante è stato il ritrovamento di un “set” per la degustazione del vino, unico nel suo genere. La piccola anatra, usata come decoro di alcuni pezzi del corredo, è divenuta simbolo dell’Azienda.

La proprietaria Pia Pagani de Marchi, di origini svizzere, innamoratasi del territorio, ricco di storia e tradizioni, decise di produrre vino, avvalendosi dei consigli di Michele Satta, importante viticultore della DOC Bolgheri.

L’Azienda comprende circa 6 ettari vitati che fanno da corona alla casa padronale; i terreni sono molto variegati e vanno dalle argille sedimentarie del Pliocene, che ricordano quelle blu-grigiastre della zona del Pomerol, al bianco calcare, povero d’azoto e sostanza organica, ma ricco di potassio, magnesio e calcio.
I vitigni coltivati sono: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Vermentino che danno vita a cinque vini rossi e un bianco. La filosofia aziendale ha sposato in primis la volontà di fare tre rossi in purezza:
Casa Nocera, 100% Merlot, IGT Toscana, le uve sono raccolte dal vigneto “Casa Nocera” da cui prende il nome; il 2010, l’annata in commercio, si presenta con un color rosso cupo, al naso spicca il varietale del vitigno che si esprime con sfumature vegetali, in bocca è avvolgente con un titolo alcolometrico volumico importante. Il vino affina in barrique (nuove per il 50%) per circa 18 mesi.
Casalvecchio, 100% Cabernet Sauvignon, IGT Toscana; nel bicchiere si presenta con un rosso rubino con riflessi granati, all’esame olfattivo spiccano le note di pepe, piccoli frutti di sotto bosco, tabacco e cacao. Buona la corrispondenza gusto olfattiva con una bella freschezza che lo rende di facile beva; anche questo vino affina in barrique (nuove per il 50%) per circa 18 mesi.
Principe Guerriero, DOC Montescudaio, 100% Sangiovese, il vitigno “principe” della Toscana, su cui l’azienda ha puntato sin dalla prima vendemmia del 2001. All’esame olfattivo spiccano fragola in confettura, piccoli frutti a bacca nera e note di macchia mediterranea, con dei tocchi balsamici, il tannino è ben presente e in evoluzione, in bocca è avvolgente e persistente. Il vino fa un passaggio di 12 mesi in barrique nuove per 20-30%.
Olmata, Sangiovese 20%, Cabernet Sauvignon 40% e Merlot 40%, IGT Toscana; un blend che vuole racchiudere in se la vocazione vinicola del territorio di Casale Marittimo. Un vino con delicati sentori vegetali su un sottofondo fruttato e minerale; fa un breve passaggio in legno per 12 mesi in botti di 2° e 3° passaggio, lo possiamo definire un Jolly per la sua duttilità nell’adattarsi alle diverse occasioni.
Montaleo, nato nel 2003, DOC Montescudaio, prende il nome da una collina della zona, Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 15% e Merlot 15%; un prodotto semplice e diretto, dove il varietale dei tre vitigni viene mantenuto integro grazie al solo uso dell’acciaio, dà il suo meglio abbinato ai piatti della tradizione contadina locale.
Blumea, 90% Vermentino e 10% Sauvignon Blanc, IGT Toscana, un prodotto semplice da aperitivo e che accompagna splendidamente piatti a base di pesce.
L’Azienda dal 2009 ha iniziato il processo di conversione dei vigneti verso l’agricoltura biologica coadiuvata dalla stazione sperimentale per la viticoltura sostenibile del dott. Ruggero Mazzilli. Le concimazioni sono, quindi, ridotte e si limitano all’apporto di sostanza organica. Non si fa diserbo chimico e non si usano molecole di sintesi nei trattamenti antiparassitari.

Quindi se ci si trova a passare da queste parti una visita non può mancare a questa piccola azienda ricca di storia etrusca, magari dopo una passeggiata nel suggestivo paesino di Casale Marittimo.

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