25 giugno 2015

Alto Piemonte in degustazione a Italian Makers Village

Il 22 giugno nella cornice di Italian Makers Village, evento nell'evento, Mauro Carosso, delegato AIS Torino, ha abilmente guidato una degustazione i cui veri protagonisti sono stati i vini dell’Alto Piemonte. L’idea di questo particolare evento è scaturita durante la degustazione a Roma dell’Azienda Torraccia del Piantavigna: perché non utilizzare il fuori Expo per far conoscere i vini del Nord Piemonte?

Noi piemontesi parliamo poco- dice Carosso – ma quando lo facciamo sappiamo bene cosa diciamo.”…e inizia così ad introdurci in questa parte della sua Regione.
Questi territori, per molto tempo rimasti nell’oblio, riscoperti in un recente passato dal mercato, danno vini longevi e di grande carattere. Il vitigno principe rimane il Nebbiolo, un vitigno difficile che non si adatta a tutti i terroir, non sempre riconoscibile e a cui si possono adattare vari descrittori.
Ricordiamo che in queste zone il Nebbiolo prende il nome di Spanna. Plinio parla di una vite, vitis spinea, “ che sopporta il calore e matura alle piogge d’autunno” ed è l’unica “ che si nutre di nebbia”; da queste parole sembra probabile che si parli di una vite antenata del Nebbiolo.
Gattinara, Ghemme, Lessona e Boca ecco le quattro zone che si andranno a scoprire in questa degustazione tutte rappresentate da una cantina storica con una verticale di 3 annate.
I terreni del Nord Piemonte hanno una grandissima variabilità di suoli, ma la caratteristica comune della fascia geologica, che va da Biella al lago Maggiore, è la presenza di suoli acidi, strettamente legata all’originaria attività vulcanica e alla pressoché totale assenza di calcari.
Da qui la differenza del Nebbiolo di queste zone rispetto all’Albese, in prevalenza marno-argillosi-sabbiosi, con presenza più o meno grande di calcari.
Gattinara: la collina che sorge ripida dalla pianura a nord ovest rispetto al borgo ospita i vigneti di questa storica denominazione. Siamo nell’area centrale della caldera dell’antico supervulcano. Il suolo è fortemente acido, ha un terreno sottile, povero di humus e un sottosuolo affiorante di pura roccia(caldera fill) di colore bruno. I vini sono austeri, complessi e adatti ad un lungo affinamento.
Ghemme è un colossale campionario mineralogico della soprastante catena alpina, composto da ciottoli di granito, di porfido, di detriti di ghiaia, di schisti, micascisti, di serpentino e di sfaldature di rocce dolomitiche del Monte Fenera. Si tratta di un terreno povero riportato dalla morena del Monte Rosa. Sotto un sottile strato argilloso, vi si trovano ciottoli di modeste dimensioni in apparenza integri, ma disgregabili con una minima pressione.
L’area della Doc Boca è un’eccezione nell’eccezione. Infatti, pur trovandosi sulla sinistra idrografica del Sesia, risente dell’attività del supervulcano e offre caratteristiche più simili alle denominazioni del vercellese. Sono suoli più magri, con sottosuolo ricco di porfido rosa con sfumature viola scheletrico e molto minerale. Il porfido di Boca è tenero e friabile, da non sottovalutare l’altitudine mediamente intorno ai 450mt.
Lessona regala vini marcati dal territorio; i terreni sono sabbiosi e i prodotti di questa zona sono eleganti e caratterizzati da tannini dolci.

A Gattinara troviamo la Cantina Nervi fondata nel lontano1906, Azienda storica passata dal 2011 in mano Norvegese; la famiglia Astrup ha acquisito la maggior parte della proprietà, in partenariato con le famiglie Moestue, Wicklund e Skjelbred, quattro famiglie unite dalla passione per la vite e per il vino. In rappresentanza dell'azienda l’enologo Gianluca Telloli e Orso Wicklund, presentate tre annate del Cru “Molsino”, il cui vigneto è costituito da un anfiteatro naturale che si apre verso sud dal cuore granitico: 2009, 2006 e 2004.
A Lessona l’Azienda Tenute Sella è arrivata alla 11ª generazione e Marco Rizzati presenta tre annate di “Omaggio a Quintino Sella” un blend di Nebbiolo 85%, Vespolina 15%: 2008, 2006 e 2005.
A Ghemme l’Azienda Torraccia del Piantavigna nasce nel 1977, quando su un piccolo appezzamento di Ghemme la famiglia Francoli piantò il primo vigneto di uve Nebbiolo. Presente in sala Alessandro Francoli che, innamorato del suo territorio e di tutto ciò che è in grado di esprimere, conduce l’azienda. In degustazione Ghemme Torraccia del Piantavigna: 2010, 2007 e 2004.
La zona di Boca è rappresenta dalle Cantine Vallana di Maggiora che hanno scelto di presentare Vallana Boca”, un prodotto caratterizzato dal tipico uvaggio Alto-Piemontese: Nebbiolo 70%, Vespolina e Uva Rara. Il Nebbiolo conferisce al vino struttura, mentre la Vespolina e l’Uva Rara aggiungono freschezza e note varietali. Presente in sala Marina Fogarty in rappresentanza della quinta Generazione di Grandi produttori di Spanna; in degustazione: 2010, 2007 e 1996.

Una degustazione che ha visto a confronto grandi vini con il marker del terroir, grande acidità, mineralità ed eleganza, con una indiscussa predisposizione all’invecchiamento.
A parte l’annata che incide sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti grande differenza si riscontra tra i vini ottenuti da Spanna in purezza e quelli resi più “facili” dalla presenza della Vespolina.
Fondamentale rimane il fatto che i vini vanno bevuti e fanno parte della convivialità. A volte ci si perde nell’analisi olfattiva e si cerca questo o quell’altro sentore, si trovano mille descrittori, sfociando a volte, nel ridicolo e si perde di vista la vera essenza del vino: piacevolezza e convivialità!





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