14 aprile 2014

ÔMINA ROMANA: UN’ARABA FENICE NEL LAZIO A VINITALY 2014

Tra le varie aziende, presenti in questa 48esima edizione di Vinitaly, troviamo ÔMINA ROMANA, una realtà nata dalla passione dell’imprenditore tedesco Anton Börner. Sposato con un’italiana, decise di concretizzare la sua passione in un investimento nel settore vitivinicolo, per dar vita e forma alle sue idee.
Dopo attente valutazioni dei vari terroir decise di acquistare nel 2004 una tenuta nel Lazio. Il nome scelto per l’azienda deriva da “Ômina” forma plurale della parola latina omen, buon presagio; inoltre “Ômina” inizia con l'ultima lettera dell'alfabeto greco, omega, e termina con la prima, alfa, che rappresentano l’inizio e la fine. Un nome che vuole richiamare la mitologica “fenice” che rinasce dalle proprie ceneri, rappresentata anche nel marchio aziendale, per richiamare la rinascita della viticoltura di qualità nel Lazio.
 Le vigne sono curate e coltivate in completa armonia con la natura; dopo la vendemmia le uve sono lavorate senza forzarne i processi, concedendo ad ogni vitigno tempo e riposo per evolversi. “Il nostro vigneto segue la filosofia del Mens et Manus” - spiega Anton Börner - “Sono la mente e la mano, razionalità e concretezza a trasformare l’uva nella sua essenza più nobile, il vino. Combinando la coltivazione sostenibile con la natura, gli anni di esperienza e le moderne scoperte scientifiche, in ÔMINA ROMANA diamo vita a undici varietà di uve rosse e a sette varietà di uve bianche, che vengono trasformate in un vino elegante ed esclusivo grazie a impegno, passione ed esperienza”.

La Tenuta è situata nei Colli Albani, nei pressi di Velletri, e comprende circa 80 ettari. I vigneti sono situati su terreni collinari, ad un'altitudine di circa 250 metri, con un’esposizione prevalentemente a ovest, beneficiando così degli influssi dati dalla vicinanza del mare. I suoli, di origine vulcanica, sono in superficie argillosi, con alcune zone a tessitura sabbiosa. Il clima, con inverni miti ed estati soleggiate, ma mitigate dalla fresca brezza marina, risulta ideale per la coltivazione della vite. Numerose le varietà impiantate, da quelle internazionali, come Viognier, Chardonnay, Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, a quelle più tradizionali, come Cesanese, Carignano, Montepulciano, Sangiovese, Manzoni, Moscato e Bellone.
Ogni fase della lavorazione, dalla vigna alla cantina, è particolarmente curata con un focus per il momento della vendemmia. Questo viene deciso tramite l’analisi sensoriale delle uve, prendendo in considerazione vari parametri, tra cui la facilità di distacco dell’acino dal raspo, la consistenza, l’acidità, la componente fenolica della buccia, la dolcezza, l’acidità della polpa e la lignificazione dei vinaccioli. Al momento ottimale l’uva viene, quindi, raccolta a mano e portata in cassette in cantina, scaricata su un tavolo di cernita, dove vengono eliminati i grappoli non perfettamente maturi o sani, e diraspata. Ogni varietà è vinificata separatamente.
Per la produzione dei cru aziendali, si esegue una macerazione pre-fermentativa a freddo, a partire dal tavolo di cernita dei grappoli, dove viene aggiunto ghiaccio secco. Dopo la diraspatura e la selezione dell’acino, si passa alla pigiatrice e poi, attraverso uno scambiatore termico, in un serbatoio a temperatura controllata, insieme ad altro ghiaccio secco, dove viene mantenuta a 6-8°C per 2-3 giorni, allo scopo di estrarre dalla disintegrazione a freddo delle bucce una elevata quantità di composti fenolici, sostanza colorante e precursori aromatici.
 Interessante la scelta dei nomi di alcuni vini che prendono spunto dagli dei della mitologia romana. Il nome s’ispira al carattere del prodotto e la sequenza numerica, attribuita alle cuvée, consente una lettura esatta della composizione del vino grazie ad un codice attribuito a ogni vitigno. La prima vendemmia dell’azienda è stata nel 2007.

A Vinitaly presente tutta la gamma dei prodotti. Due bianchi: un Viognier, che sprigiona tutte le sue note varietali, e uno Chardonnay, ancora prova di botte, ma che già fa intravedere tutte le sue potenzialità. Un Merlot Rosato che, grazie al processo di fermentazione a freddo, riesce a sviluppare aromi fruttati e floreali, come rosa canina, ribes e more.
Diana Nemorensis I 2011, “DIANA Nemorensis” è la dea romana della caccia ed è espressione di eleganza e vigore giovanile. Queste sono le caratteristiche che ritroviamo in questo vino, ottenuto da un blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Il risultato è un prodotto di corpo elegantemente esuberante. Il bouquet è fruttato, mora e lampone, con un finale speziato, accenni di vaniglia e richiami al cioccolato.
Janus Geminus I 2011 Prodotto da una particolare selezione delle migliori uve di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, sottoposte a un’attenta e accuratissima vinificazione. Grande complessità olfattiva che va dalla confettura di frutti rossi alle note terziarie di caffè, noce moscata, cannella e vaniglia.
Ceres Anesidora I 2011 ottenuto da Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Un prodotto austero e raffinato. Il bouquet punta soprattutto sulle note terziarie di caffè, cacao, chiodi di garofano e liquirizia che fanno passare in secondo piano accenni di confettura di ribes nero e piccoli frutti di sottobosco. In bocca la morbidezza glicerica riesce a equilibrare un tannino elegante, ma ancora giovane e scalpitante. 
Un’azienda giovane che crede nella scelta del terroir laziale e che sicuramente, in un futuro non tanto lontano, spiccherà il volo come la mitologica Fenice scelta come simbolo aziendale.

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